Il 18 agosto 1998 il videogioco aveva un ritmo diverso. Non c’erano social, patch o aggiornamenti digitali: i giochi erano quelli che trovavi in negozio e rimanevano tali, con i loro pregi e difetti. Per molti fu un’estate passata davanti a una TV a tubo catodico, circondati da pad, cartucce e memory card.
Era un modo di vivere il gaming più lento, ma anche più intenso.
PlayStation, regina del salotto
Quell’anno la PlayStation di Sony era al massimo della popolarità. Nel 1998 erano già usciti titoli capaci di segnare una generazione: Resident Evil 2 con la sua atmosfera cinematografica, Gran Turismo che faceva sembrare le corse più reali che mai, e Tekken 3, il picchiaduro che monopolizzava le sfide tra amici.
Il lettore CD e le memory card rendevano la console un simbolo di modernità. La PS1 rappresentava il passaggio definitivo a un videogioco più maturo, pensato anche per adolescenti e adulti.
Nintendo 64, il divertimento condiviso
Accanto alla PlayStation, il Nintendo 64Nintendo 64: quando Nintendo fece sul serio difendeva la sua identità fatta di colore e condivisione. A metà del 1998 molti si stavano ancora divertendo con Mario Kart 64, che trasformava qualsiasi pomeriggio in una festa. Da poco era arrivato Banjo-Kazooie, mentre all’orizzonte si attendeva con ansia The Legend of Zelda: Ocarina of Time, che sarebbe uscito entro fine anno.
Il N64 portava in casa esperienze più immediate e sociali. Le quattro porte per i controller integrate erano perfette per le serate tra amici, senza bisogno di adattatori.
SEGA, tra Saturn e l’attesa del Dreamcast
Nel 1998 SEGA viveva una fase delicata. Il Saturn, uscito qualche anno prima, non era riuscito a imporsi come rivale della PlayStation. Restava comunque una macchina con giochi apprezzati da chi l’aveva acquistata: Virtua Fighter 2, Panzer Dragoon Saga e Shining Force III dimostravano che il catalogo aveva ancora perle da offrire.
Intanto si iniziava a parlare di una nuova console, il Dreamcast, destinata a uscire in Giappone a novembre di quello stesso anno. In Occidente non sarebbe arrivata prima del 1999, ma già nel 1998 si respirava l’attesa per una macchina che prometteva un balzo tecnologico.
Fuori dalle case, SEGA continuava a brillare nelle sale giochi. I cabinati con Daytona USA 2 o House of the Dead 2 attiravano ancora ragazzi e adulti, mantenendo vivo il legame tra SEGA e l’esperienza arcade.
PC: tra strategia e nuove grafiche
Sul fronte PC, il 1998 era l’anno di StarCraft, che stava già creando community di appassionati di strategia in tempo reale. Chi aveva un computer potente poteva anche ammirare la grafica di Unreal, che alzava l’asticella dei giochi 3D.
Non tutti però avevano le macchine giuste: per molti giocare su PC significava arrangiarsi, ridurre i dettagli grafici o accontentarsi di titoli meno esigenti. E il multiplayer online era agli inizi, limitato dalle connessioni lente e costose.
Memory card, cartucce e split-screen
Il 18 agosto 1998 il gaming era anche fatto di oggetti fisici. Le memory card della PlayStation erano indispensabili, custodi di ore di gioco che potevano sparire con un colpo di sfortuna. Le cartucce del Nintendo 64 garantivano caricamenti rapidi e resistenza, ma avevano costi più alti e meno spazio per contenuti estesi.
Le serate spesso si giocavano in split-screen, quattro amici sullo stesso divano, ognuno a spiare lo schermo altrui per capire dove si trovava. Non c’era nulla di online: tutto avveniva dal vivo, con urla, risate e discussioni.
Riviste e negozi come punti di riferimento
Per sapere cosa stava per uscire ci si affidava alle riviste. In Italia titoli come Consolemania e The Games Machine, PSM… erano il collegamento con il mondo videoludico. Ogni numero portava recensioni, trucchi e immagini che si studiavano per settimane.
I negozi specializzati erano templi. Entrare e sfogliare le copertine significava fare un viaggio, osservare con attenzione ogni scatola e decidere se valeva la pena spendere i risparmi accumulati.
Estate del 1998: giochi simbolo
In quell’agosto, le giornate erano riempite da titoli precisi:
- Gran Turismo e Tekken 3 su PlayStation
- Banjo-Kazooie e Mario Kart 64 su Nintendo 64
- Virtua Fighter 2 o Panzer Dragoon Saga su Saturn per i fan di SEGA
- StarCraft e Unreal su PC
Non era raro passare mesi interi con un solo gioco, spremendolo fino all’ultima sfida. Ogni titolo diventava parte della propria estate.
Un gaming più lento, ma più intenso
Rispetto a oggi, il 1998 aveva meno uscite, meno piattaforme, meno sovraccarico informativo. E proprio per questo ogni gioco sembrava pesare di più. Non c’erano backlog infiniti né librerie digitali piene di titoli mai avviati: quello che compravi era quello che giocavi per mesi.
Il 18 agosto 1998 era un giorno qualunque, ma per chi amava i videogiochi rappresentava un’estate fatta di pad consumati, amici sul divano e riviste sfogliate decine di volte.
Epilogo
Guardando indietro, quella giornata del 1998 resta impressa per il suo carattere tangibile: memory card, cartucce, dischi, riviste, sale giochi. SEGA stava per lanciare il Dreamcast, Nintendo preparava Zelda, Sony dominava con la sua PlayStation, e il PC si affacciava a una nuova era.
Era un mondo più piccolo, ma anche più intenso. E chi c’era lo ricorda ancora con un sorriso.
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