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La storia di Rayman: dagli esordi leggendari al silenzio assordante

Rayman, da icona platform a fantasma dei videogiochi: tutti i capitoli, i progetti cancellati e i motivi dietro al silenzio di Ubisoft.

4 ore fa
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Nel grande zoo delle mascotte videoludiche, Rayman è sempre stato l’outsider con più stile. Niente braccia, niente gambe, ma un carisma da vendere. Nato nel 1995 sotto l’ala creativa di Michel Ancel, Rayman ha vissuto una parabola unica: da stella del platform europeo a simbolo muto di una saga congelata. Una carriera fatta di colpi di genio, salti nel vuoto e… conigli. Tanti conigli.

Contenuti in questo articolo
Il debutto (folle) di Rayman: 1995L’evoluzione 3D: Rayman 2 e 3I Rabbids entrano in scena: Rayman ruba la scena ai conigli… finché non la perdeRitorno alle origini: Rayman Origins (2011)Rayman Legends (2013): il capolavoro dimenticatoRayman 4: il gioco che non esisteRayman oggi: un fantasma che riappare nei cameoPerché Ubisoft non lo riprende?Altri contenuti

Questa è la sua storia. E no, non finisce come speri.

Il debutto (folle) di Rayman: 1995

la storia di rayman: dagli esordi leggendari al silenzio assordante

Era il 1995. PlayStation aveva appena iniziato a conquistare il mondo e Ubisoft decise di lanciare la sua bomba: un platform colorato, con animazioni fluide, una difficoltà bastarda e un eroe senza arti che lanciava pugni a distanza. Rayman nasce come titolo per Atari Jaguar (già, davvero), ma diventa famoso su PS1, PC e Saturn.

Il primo Rayman è una prova di forza artistica. Tra fondali disegnati a mano, boss giganti e musica ipnotica, il gioco si impone subito come cult. Non era per tutti: la difficoltà era fuori scala. Ma se riuscivi a superare il primo mondo, eri dentro. E non uscivi più.

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L’evoluzione 3D: Rayman 2 e 3

Con l’arrivo della generazione 64-bit, il 2D diventa “vecchio” e Rayman fa il grande salto. Rayman 2: The Great Escape esce nel 1999 e cambia tutto. Nuovo engine, nuova atmosfera, nuovi nemici. Il tono si fa più serio, quasi dark. Il gameplay si sposta su esplorazione, puzzle e azione in terza persona. E funziona alla grande.

Rayman 2 arriva su Nintendo 64, Dreamcast, PS1, PS2, PC… praticamente ovunque. È uno dei platform 3D migliori di sempre, ancora oggi citato come esempio di design intelligente.

Poi tocca a Rayman 3: Hoodlum Havoc, nel 2003. Stavolta si torna al lato più folle e irriverente del personaggio. Il doppiaggio (in alcune versioni addirittura con attori comici), i power-up temporanei, il ritmo più arcade: Rayman 3 diverte, ma non sfonda come il predecessore. Le vendite sono ok, ma nulla di eccezionale.

E qui succede qualcosa.

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I Rabbids entrano in scena: Rayman ruba la scena ai conigli… finché non la perde

Inizialmente, Rayman Raving Rabbids doveva essere il vero Rayman 4. Un platform ambizioso per PS2 con una nuova storia e nuove meccaniche. Ma poi arriva il Wii, e Ubisoft fiuta l’occasione: cambiare tutto, puntare sui minigiochi, e sfruttare quei conigli urlanti già presenti nel concept originale.

Nasce così Raving Rabbids, un party game demenziale in cui Rayman diventa quasi un conduttore, ostaggio dei conigli. Il resto è storia: i Rabbids fanno il botto, conquistano i giocatori casual, colonizzano ogni console possibile, arrivano persino in TV con una serie animata.

E Rayman? Fa da sfondo. Sparisce poco a poco, mentre i conigli rubano la scena. E il franchise.

Ritorno alle origini: Rayman Origins (2011)

Dopo anni di silenzio, Michel Ancel si rifà vivo. E lo fa col botto. Rayman Origins esce nel 2011 e riporta tutto al 2D, ma con uno stile grafico nuovo: disegni a mano, animazioni da cartoon vivente, ritmo serratissimo.

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Il gioco è una lettera d’amore al platform classico, ma aggiornato: co-op a quattro, livelli pieni di segreti, colonna sonora geniale. È Rayman che torna a fare Rayman. E tutti lo adorano.

Ubisoft ci crede? Sì e no. Origins non vende quanto sperato, ma abbastanza da meritare un seguito.

Rayman Legends (2013): il capolavoro dimenticato

Rayman Legends arriva nel 2013 e alza ancora di più l’asticella. Più livelli, più varietà, musiche interattive, boss spettacolari. È un platform praticamente perfetto, il punto più alto della saga. Eppure…

Il lancio è caotico. Doveva essere esclusiva Wii U, poi Ubisoft cambia idea all’ultimo e lo rende multipiattaforma. L’effetto? Confusione totale, vendite inferiori alle aspettative. Un capolavoro che rischia di passare inosservato.

E qui la storia si spezza. Perché Legends è, ad oggi, l’ultimo vero gioco di Rayman.

Rayman 4: il gioco che non esiste

Tra Rayman 3 e i Rabbids c’è un buco nero. Un Rayman 4 mai nato. I prototipi mostrano ambientazioni in 3D, meccaniche bizzarre, nemici ispirati al folklore europeo. Un progetto promettente, abortito quando Ubisoft ha deciso di cavalcare i conigli.

Negli anni, sono emerse build, concept art, perfino video interni. Ma il gioco non ha mai visto la luce.

E poi? Il silenzio. Ancel prova a lavorare su Wild, un nuovo progetto per PS4, ma anche quello sparisce nel nulla. Nel 2020, lascia l’industria videoludica. E con lui, svanisce ogni speranza di un nuovo Rayman a breve.

Rayman oggi: un fantasma che riappare nei cameo

Nonostante tutto, Rayman non è morto. Fa qualche apparizione qua e là: è un personaggio giocabile in Brawlhalla, è comparso nel DLC di Mario + Rabbids: Sparks of Hope, fa capolino nei trailer celebrativi di Ubisoft.

Ma nessun nuovo gioco. Nessun annuncio. Solo meme, ricordi e community appese a un filo.

Eppure, l’amore per lui è ancora vivo. Basta vedere le reaction ogni volta che viene menzionato. Ogni volta che qualcuno chiede: “Ma Rayman?”

Perché Ubisoft non lo riprende?

La risposta non è semplice. Da un lato c’è la volontà di spingere su franchise più redditizi e “moderni”. Dall’altro, il platform puro è un genere sempre più di nicchia. E senza Ancel, forse Ubisoft non sa davvero cosa farne di Rayman.

Oppure, più semplicemente, è in cantiere qualcosa che non vogliono ancora mostrare. Magari una remaster? Un reboot?

Fatto sta che l’eroe senza arti, oggi, ha più silenzio che gioco attorno.

Anche tu aspetti il ritorno di Rayman? Allora resta con noi: su Instagram ogni settimana raccontiamo i grandi assenti del gaming. E magari, insieme, li facciamo tornare.

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  • Ubisoft e Rayman: è ora di riscoprire il classico platform (cosa aspetti?)
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