Tre ore di gameplay negli studi di 2K in California sono bastate a Luke Stephens, content creator noto per le sue analisi approfondite, per farsi un’idea chiara su Borderlands 4.
E spoiler: è rimasto colpito.
Nel suo video dedicato all’anteprima, Luke racconta un gioco che si muove nel solco della tradizione ma con idee nuove e rischi ben calcolati. Un Borderlands che punta più in alto, non solo per quantità ma anche per qualità. E per una volta, il caos sembra avere un piano.
Vadefields: la nuova frontiera dell’open world
La sezione provata da Luke si chiama Vadefields, una zona open world creata per mostrare i muscoli del nuovo approccio dinamico. Non si tratta solo di una mappa più grande, ma di un mondo che reagisce al giocatore: eventi casuali, mini-boss che appaiono all’improvviso, elementi esclusivi visibili solo a chi ci inciampa davvero.
Durante l’esplorazione, Luke si è imbattuto in Sydney Pointy Legs, un boss non segnalato da nessuna quest. Nessun indizio, nessuna freccia. Solo un’arena nascosta e un sacco di loot ad aspettarlo. È successo per caso. E gli è piaciuto da morire.
Il movimento cambia tutto
Una delle prime cose che colpiscono è quanto il movimento sia stato migliorato. Salto doppio, planata, zipline, veicoli più agili: tutti elementi che si intrecciano con puzzle ambientali, arene e battaglie verticali.
Per Luke, è un cambiamento sottile ma fondamentale. Il ritmo di gioco ora è più fluido, più reattivo, e dà quella sensazione da “lo controllo io, non il contrario”.
Se ti piacciono i giochi dove puoi affrontare le sfide anche con acrobazie e intuizione, questo nuovo Borderlands ha qualcosa da dire.
Armi folli, build profonde: tutto è nelle tue mani
Le armi restano al centro dell’esperienza, ma ora c’è un twist: ogni arma è composta da moduli e componenti che possono sinergizzare o sabotarsi tra loro. E la tua build può fare la differenza.
Luke ha evidenziato come le abilità dei personaggi possano massimizzare il potenziale di certi tipi di armi, creando combinazioni letali che funzionano solo per un certo stile di gioco.
Nell’anteprima, ha provato due personaggi: Rafa e Vex. Vex è diventata la sua preferita, ma entrambe offrono gameplay molto diversi. Il messaggio è chiaro: scegli il tuo stile e costruisci la tua leggenda.
Coop flessibile e split screen? Sì, grazie
Luke ha anche apprezzato la rinnovata attenzione alla cooperativa. Borderlands 4 supporterà crossplay per quattro giocatori, con difficoltà personalizzabile per ogni membro del team. Se uno fatica, può abbassare la sfida. Se uno è un pro, può tenerla alta.
Nessuno resta indietro, e ognuno ha il suo loot.
Ma la vera chicca, secondo Luke, è il ritorno del co-op a schermo condiviso. Una modalità sempre più rara, ma perfetta per serate sul divano. Un omaggio ai tempi in cui Borderlands si giocava con gli amici veri, quelli con cui dividevi anche le patatine e la TV.
Scrittura e tono: buone promesse, poche certezze
Se c’è un punto ancora in ombra, è la scrittura. Luke non ha potuto provare sezioni narrative complete, quindi non può giudicare il tono o la qualità dei dialoghi. Ma gli sviluppatori gli hanno assicurato che stavolta il focus è su dialoghi più credibili, integrati meglio nel mondo di gioco. Niente battutine da meme piazzate a caso, ma personaggi che sembrano vivere davvero su Pandora.
Se manterranno questa promessa, sarà una svolta. Ma per ora, restiamo in attesa di conferme.
Boss fight e libertà d’azione: qui si vola
La parte preferita di Luke? I boss. Quelli principali, ma soprattutto quelli nascosti. In un solo pomeriggio di gioco ne ha trovati diversi, alcuni legati alla storia, altri del tutto opzionali. Ma tutti unici, spettacolari, memorabili.
E poi c’è la libertà. Invece di seguire un percorso fisso, spesso si è ritrovato a pensare: “Ok, dove vado adesso?” E ogni volta che ha deciso di esplorare, ha trovato qualcosa di nuovo.
Secondo lui, è questo che rende Borderlands speciale. Il gusto della scoperta. E in Borderlands 4, quel gusto è ancora lì.
Prime impressioni? Più che buone
Tre ore non bastano per valutare il bilanciamento a lungo termine, né l’economia del loot. Ma per Luke, quello che ha provato è già un solido punto di partenza.
Il feeling delle armi è buono, i movimenti sono reattivi, le boss fight hanno mordente, e il mondo aperto regala più sorprese del previsto. C’è ancora da sistemare qualcosa (sniper un po’ deboli, AI nemica da calibrare), ma la direzione è quella giusta.
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