Abbiamo ascoltato Danny Peña e Paris Lilly parlare chiaro del futuro di Xbox. Via i limiti, dentro il cloud, il multipiattaforma e il concetto di console come solo una delle opzioni. E sai cosa? Ha perfettamente senso.
Dimentica le guerre da forum. Dimentica “Xbox vs PlayStation” come se fossimo ancora ai tempi del Mega Drive. Oggi la partita si gioca su un altro piano. Lo ha detto Danny Peña, fondatore di Gamertag Radio, in un’intervista infuocata con Paris Lilly: Xbox non è più solo una console. È un ecosistema. E no, non è solo uno slogan da conferenza stampa.
La vera rivoluzione è iniziata anni fa (ma pochi ci hanno fatto caso)
Ti ricordi Quantum Break? Uno dei primi giochi Xbox disponibili sia su console che su PC. Era il 2016 e tutti a dire che “Xbox stava tradendo le console”. Oggi, tutti lo fanno: da Helldivers II che parte in contemporanea su PlayStation e PC, fino ai giochi first party che arrivano su Steam dopo pochi mesi.
Ma Danny va ancora più indietro: Shadowrun, era Xbox 360, permetteva il cross-play tra PC e console quando ancora sembrava un’eresia. La strada era tracciata. Solo che non volevamo vederla.
“I giochi devono venire da te, non il contrario”
Secondo Peña, Microsoft ha capito una cosa semplice: non puoi più obbligare l’utente a comprare una console per giocare i tuoi titoli. Non tutti possono permettersi una Series X. Ma molti hanno una TV, un controller, o un laptop. Perché non sfruttarli?
Con xCloud, Game Pass, progressi sincronizzati, salvataggi nel cloud e multiplayer cross-platform, Xbox vuole portare l’esperienza ovunque: sul tuo PC da gaming, sul portatile dell’ufficio, su un portatile economico con Windows, persino su PlayStation. Hai letto bene.
“Se domani Halo esce su PlayStation o Switch, che problema c’è?” chiede Paris. “Meglio per tutti.”
Non è marketing. È sopravvivenza
A chi accusa queste posizioni di essere solo “tifoserie camuffate”, Danny risponde netto: “Ho vissuto l’epoca Genesis vs Nintendo, ma oggi è un’altra generazione. Mio figlio gioca su quello che trova. Switch, PlayStation, telefono. Non gliene frega niente del logo.”
E ha ragione. Chi parla di “identità” o “fedeltà al brand” spesso dimentica che la maggioranza dei giocatori reali non è su Twitter. Giocano e basta. Dove capita. Dove conviene.
Il vero valore? Offrire alternative
“Oggi la domanda è: qual è il modo più semplice per accedere ai giochi?” spiega Peña. “Per alcuni è il cloud, per altri un PC economico. Ma è Xbox a dare queste opzioni.” Non è un caso se Game Pass viene definito il miglior valore nel gaming. È flessibile, accessibile, potente. E se non ti piace, non lo usi. Ma non puoi dire che non ha cambiato le regole.
Il futuro? Una console… che non è una console
Paris chiude con una visione radicale, ma molto concreta: tra qualche anno potresti costruirti un PC da gaming e attivare la “modalità Xbox”. Game Mode su Windows, e il tuo sistema diventa una Xbox. Game Pass, cross-save, achievements, controller, tutto integrato. E se vuoi giocare su PlayStation o Steam? Nessun problema. I giochi sono lì. I dati viaggiano con te.
È un futuro credibile. Più aperto. Più intelligente. Dove conta il gioco, non la plastica che lo fa girare.
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