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Lettura: Pirate Software vs Game Theory: quando l’indie dev si trasforma in villain
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NotiziaIn vetrinaOpinioni e Editoriali

Pirate Software vs Game Theory: quando l’indie dev si trasforma in villain

La verità sulla faida tra Pirate Software e Game Theory, tra accuse, narrazione pilotata e polemiche che non invecchiano bene.

1 giorno fa
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C’è stato un momento in cui Jason Thor Hall, fondatore di Pirate Software, sembrava l’eroe degli sviluppatori indie. Ma ora che le maschere sono cadute, sempre più persone iniziano a vedere la sua parabola per quello che è davvero: un caso da manuale di marketing travestito da crociata etica.

Contenuti in questo articolo
La faida che nessuno ha chiesto (ma tutti hanno visto)Toby Fox interviene. E da lì si rompe tuttoUna strategia già vista: indignazione = visibilitàStop Killing Games: il ritorno del martireL’effetto boomerangPirate Software, da vittima a carnefice

La faida che nessuno ha chiesto (ma tutti hanno visto)

Tutto inizia nel 2019. Il canale Game Theory – roba da milioni di iscritti – gioca in live Heartbound, il progetto in sviluppo di Hall. Titolo accattivante, paragoni a Undertale, thumbnail provocatoria, ma un dettaglio manca: il link al gioco su Steam.

Ora, per la maggior parte degli indie dev, un’esposizione simile sarebbe oro. Ma Hall? Scatena l’inferno. Pubblica un thread su Twitter, una lettera aperta e lancia accuse velate di sfruttamento, lamentando che la sua identità creativa sia stata danneggiata. Come? Alcuni utenti gli scrivono pensando sia Toby Fox, l’autore di Undertale. Panico morale. Crisi d’identità. Il web esplode.

Toby Fox interviene. E da lì si rompe tutto

La polemica prende fuoco quando Toby Fox in persona risponde alla discussione e critica apertamente Game Theory per non aver messo il link. Risultato: pioggia di accuse, meme, dunk threads e MattPat che si ritrova nel mirino come se avesse lanciato NFT in una conferenza stampa Nintendo.

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La verità? Il video era positivo, senza malizia, ma tecnicamente pigro. Quando il backlash esplode, MattPat corregge il tiro: aggiorna titolo, thumbnail, descrizione e pubblica delle scuse sincere. Game over, giusto?

No. Perché Hall aveva già fatto bingo.

Una strategia già vista: indignazione = visibilità

Col senno di poi, il caso Heartbound non era un incidente isolato, ma il prototipo di un modello replicato negli anni: Hall si presenta come vittima di un sistema marcio, innesca uno scandalo mediatico, raccoglie visibilità e poi… scompare. Niente follow-up, niente dialogo, solo clamore e silenzio.

E funziona. La visibilità del gioco esplode, la narrazione si sposta dalla mancanza di un link alla denuncia sociale. L’indie dev “sfruttato dai giganti di YouTube” diventa un simbolo. E Hall? Diventa un creator a tempo pieno, con Twitch, TED-style video, e una fanbase fidelizzata che pende dalle sue labbra.

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Stop Killing Games: il ritorno del martire

Fast forward al 2025. Il web si mobilita con la campagna Stop Killing Games, una protesta trasversale per difendere il diritto a giocare ciò che si è pagato. Una delle rare occasioni in cui PC gamer, utenti console e mobile si trovano d’accordo.

E chi entra in scena? Ancora lui, Jason Thor Hall, con un video elegante ma velenoso che smonta la campagna pezzo per pezzo. Il tono è calmo, la voce profonda, i termini tecnici sfoderati con chirurgica sicurezza. Ma sotto la superficie, lo stesso copione: “voi non capite”, “io so tutto”, “questa campagna è pericolosa”.

Solo che stavolta non attacca un gigante. Stavolta, si schiera contro i giocatori.

L’effetto boomerang

Il backlash non si fa attendere. In pochi giorni Hall perde oltre 100.000 follower. Viene fact-checkato, sbugiardato, e si becca il classico effetto Streisand: il suo video porta ancora più attenzione alla campagna che voleva screditare.

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La risposta? Zero autocritica. Solo un bel “non me ne frega un cazzo. Mangiate merda”. Letterale. È probabilmente la frase più autentica detta da Hall negli ultimi cinque anni, e ha messo fine all’illusione.

Pirate Software, da vittima a carnefice

Oggi Hall è tutto ciò che un tempo diceva di combattere: un creatore influente, con potere algoritmico, sponsorship, e un pubblico fedele che non sempre si accorge di come manipola i toni, i contesti e le narrative. Il suo gioco? Ancora in early access dopo 7 anni. I suoi stream? Lucidissimi, quotidiani, ben rodati.

C’è chi lo vede ancora come una voce fuori dal coro. Ma ormai, per tanti, è solo un altro volto dell’industria che finge di combattere: quello che sfrutta ogni polemica per far brillare il proprio brand. Che si tratti di un link mancante, una voce cambiata, o una campagna collettiva, Hall trova sempre il modo di diventare il protagonista. Ma a che prezzo?

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Chi è Jason Thor Hall di Pirate Software?
Jason Thor Hall è uno sviluppatore indie e fondatore dello studio Pirate Software, noto per il gioco Heartbound. È anche streamer su Twitch e creatore di contenuti sullo sviluppo di videogiochi.

Cosa è successo tra Pirate Software e Game Theory?
Nel 2019, Game Theory ha trasmesso Heartbound in una live, ma senza inserire il link a Steam e con paragoni forti a Undertale. Jason Thor Hall ha reagito duramente, accusando il canale di sfruttamento e mancanza di credito, scatenando una polemica virale.

Perché Jason Thor Hall ha criticato la campagna Stop Killing Games?
Hall ha pubblicato un video contrario alla campagna Stop Killing Games, sostenendo che avrebbe danneggiato i giochi live service e lo sviluppo indie. Le sue posizioni sono state ampiamente criticate e ritenute fuorvianti.

Jason Thor Hall è stato davvero “cancellato”?
No. Non è stato cancellato, ma ha perso oltre 100.000 follower dopo le sue dichiarazioni contro Stop Killing Games e si è attirato molte critiche per il suo atteggiamento percepito come manipolatorio.

Heartbound è ancora in sviluppo?
Sì. Heartbound è in accesso anticipato dal 2018 e non ha ancora una data di uscita ufficiale. Gli aggiornamenti sul gioco sono rallentati, mentre le attività di streaming di Hall proseguono regolarmente.

Perché la community critica Jason Hall?
Molti lo accusano di costruire la propria immagine pubblica sfruttando controversie, presentandosi come vittima e manipolando il dibattito per rafforzare il suo brand personale.

Che cos’è la campagna Stop Killing Games?
È un movimento nato per protestare contro la rimozione di giochi digitali acquistati dagli utenti, in particolare quelli live service. Promuove il diritto a conservare l’accesso ai propri titoli anche dopo la chiusura dei server.

Game Theory ha sbagliato nel caso Heartbound?
In parte sì: ha dimenticato di linkare il gioco nella descrizione e usato una thumbnail provocatoria. Tuttavia, ha corretto l’errore e pubblicato delle scuse pubbliche, al contrario di Pirate Software, che ha amplificato lo scontro.

Jason Hall è ancora attivo su Twitch?
Sì, continua a streammare regolarmente su Twitch e a commentare temi legati allo sviluppo videoludico, sebbene con una community ora più divisa.

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