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Cosa si giocava nel 1996: l’anno in cui il videogioco è diventato adulto

Resident Evil, Tomb Raider, Mario 64 e Crash: ecco cosa si giocava nel 1996, l’anno che ha cambiato per sempre il mondo dei videogiochi.

1 giorno fa
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Contenuti in questo articolo
L’esplosione PlayStation: zombie, bandicoot e archeologhe armateSuper Mario 64: il momento in cui capisci che non tornerai più indietroTomb Raider: Lara Croft entra nella storia (letteralmente)Quake e la rivoluzione PCE nel taschino? Pokémon. Ma solo in GiapponeE in Italia?1996 è stato un anno magico

Chi c’era lo sa. Il 1996 non è stato un anno qualunque, è stato quello in cui tutto è cambiato. Fine dell’innocenza a 16 bit, inizio dell’era poligonale. C’era ancora il Super Nintendo nei salotti italiani, certo. Ma stava per essere spinto fuori da qualcosa di più grande, più rumoroso, più tridimensionale: la PlayStation.

E no, non era solo una nuova console. Era il simbolo di un’epoca che si apriva. Un’epoca di CD, di grafica 3D, di colonne sonore pompate, di titoli che volevano assomigliare a un film. Se hai vissuto quel passaggio, lo ricordi come uno spartiacque. Se invece non c’eri… beh, è ora di fare un bel viaggio indietro nel tempo.

L’esplosione PlayStation: zombie, bandicoot e archeologhe armate

crash bandicoot

In Italia, nel ’96, PlayStation aveva già fatto il botto. Era uscita l’anno prima, distribuita da Giochi Preziosi, e ormai iniziava a colonizzare gli scaffali. Niente più cartucce: i giochi stavano nei CD, e quando inserivi Resident Evil, ti prendeva lo stomaco. Letteralmente.

Sì, perché Resident Evil fu uno shock. Aveva i fondali fissi, la visuale rigida, i comandi legnosi… ma cavolo se faceva paura. Il primo zombie che si gira con la testa mezza masticata di sangue te lo ricordi per sempre. Per molti, è stato il primo horror giocato da soli, al buio, con il volume un po’ basso “perché non si sa mai”.

Ma il 1996 è anche l’anno di Crash Bandicoot. Lanciato a settembre in USA e a novembre in Europa, è diventato subito la mascotte non ufficiale di Sony. Correvi in avanti, rotolavi, prendevi casse e scoppiavi TNT. Era colorato, frenetico, un po’ pazzo. Era la risposta PlayStation a Mario, e funzionava alla grande.

Ah, già. A proposito di Mario.

Super Mario 64: il momento in cui capisci che non tornerai più indietro

In Giappone, il Nintendo 64 debutta a giugno 1996. In Italia arriverà solo nel marzo 1997, ma nel frattempo… il mondo intero inizia a parlarne. Perché? Perché insieme alla console esce Super Mario 64, ed è come se qualcuno avesse aperto un portale dimensionale.

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Era il primo platform 3D fatto bene. Aveva una telecamera mobile (più o meno), uno stick analogico, una libertà mai vista prima. Non c’erano più livelli lineari da destra a sinistra: entravi in un quadro e potevi esplorare come volevi. Salti, scivolate, capriole all’indietro. E lo facevi tutto in uno spazio 3D “vero”, non finto come nei giochi isometrici.

Chi ha toccato Mario 64 nel ’96 o nel ’97, non ha più guardato i platform allo stesso modo.

Tomb Raider: Lara Croft entra nella storia (letteralmente)

una delle novità più attese è l'inclusione del livello bonus "the times" nel remaster di tomb raider iv. questo livello, originariamente disponibile solo su pc, venne realizzato per celebrare il 75º anniversario della scoperta della tomba di tutankhamon. per la prima volta, questo contenuto sarà accessibile anche su console, offrendo ai giocatori un’esperienza completamente nuova su piattaforme diverse.

Sempre nel 1996 arriva un altro terremoto: Tomb Raider. Inizialmente su Saturn, poi anche su PS1 e PC, segna l’inizio di una delle saghe più longeve e riconoscibili di sempre. Ma all’epoca nessuno sapeva chi fosse Lara Croft. Anzi, in molti pensavano fosse solo “la tipa che fa i salti”.

In realtà era molto di più: esplorazione, puzzle, ambientazioni egizie, colpi di pistola incrociati, e quella sensazione di “sono solo in una tomba enorme e qualcosa mi seguirà nel buio”. Anche qui: altro salto di maturità per il videogioco.

Quake e la rivoluzione PC

Nel frattempo, su PC succedeva un’altra rivoluzione silenziosa. Dopo Doom e Wolfenstein, arriva Quake, ed è subito altra roba. Non solo grafica completamente in 3D (vera, stavolta), ma anche multigiocatore online via modem.

Le prime LAN tra amici, i clan, le mappe custom… Quake non è stato solo un gioco. È stato un modo nuovo di vivere il PC gaming. Ed è da lì che si sono formate le basi per il boom degli eSport, delle mod, delle community competitive.

Chi stava già smanettando con la Voodoo1, sa di cosa parlo.

E nel taschino? Pokémon. Ma solo in Giappone

Sì, nel 1996 escono anche Pokémon Rosso e Verde. Ma attenzione: solo in Giappone. Da noi non sapevamo ancora nulla di Pikachu & Co. Eppure, in quell’anno, nasceva una rivoluzione portatile. Due giochi, 151 mostri, un cavo link e l’idea che “non puoi prenderli tutti da solo”.

Tre anni dopo esploderanno anche da noi, ma tutto è iniziato lì: febbraio 1996, Game Boy, Giappone.

E in Italia?

videogame 1996

Nel nostro paese, nel ’96, si giocava quasi esclusivamente su PlayStation e Super Nintendo. Il Nintendo 64 non era ancora arrivato. Il Saturn esisteva, ma era poco distribuito, costava di più e non convinceva. Il Mega Drive resisteva nelle case, ma era già vecchio.

I negozi di fiducia erano quelli con i “giochi usati”, le riviste si chiamavano Game Power, Consolemania, Super Console. Si leggevano e si ritagliavano le immagini. Si registravano i gameplay su VHS. Si scambiavano dischetti tra compagni di classe.

Era un’Italia videoludica ancora “artigianale”, ma viva, pulsante, affamata. I giochi arrivavano anche mesi dopo rispetto al Giappone o agli USA, ma ci bastava sapere che esistevano. Il passaparola faceva il resto.

1996 è stato un anno magico

Guarda cos’è uscito in quell’anno: Resident Evil, Tomb Raider, Crash, Super Mario 64, Quake, Pokémon, Command & Conquer: Red Alert, Metal Slug, Tekken 2, Virtua Fighter 3, Wave Race 64, NiGHTS into Dreams…

Un catalogo che oggi farebbe impallidire qualsiasi lineup.

Se hai giocato in quegli anni, lo sai: il 1996 non è stato solo un anno, è stato l’inizio della modernità. Ed è per questo che ci piace ricordarlo. Perché lì abbiamo capito che il videogioco poteva essere tutto: cinema, sport, paura, avventura, risata, sfida, sogno.

E oggi, ogni volta che mettiamo mano a un controller, in fondo, un pezzetto di quel 1996 è ancora con noi.

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