Negli ultimi mesi è esploso un fenomeno che, fino a poco tempo fa, nessuno avrebbe preso sul serio: i giochi in cui l’obiettivo principale è… scavare. Sì, hai capito bene: scavare buche, gallerie o interi sistemi sotterranei è diventato uno dei passatempi videoludici più popolari del 2025. Il trend, soprannominato “digging”, è partito quasi per scherzo e oggi si sta trasformando in un vero e proprio genere.
Il titolo che ha portato il digging sotto i riflettori è Donkey Kong Bananza su Nintendo Switch 2, definito da molti la “killer app” della nuova console. Ma non è l’unico: A Game About Digging a Hole, Dig Dig Dino! e una lunga lista di indie stanno contribuendo a questa strana mania. La cosa sorprendente? Funziona. E non solo in termini di vendite: il digging ha un fascino psicologico e un ritmo di gioco che riesce a catturare quasi chiunque.
Come tutto è iniziato
La scintilla si è accesa con progetti piccoli e apparentemente banali. A Game About Digging a Hole è stato il primo a diventare virale: un indie con grafica essenziale in cui si fa letteralmente ciò che il titolo promette. Nessuna storia complessa, nessuna meccanica di combattimento, solo la soddisfazione di scavare sempre più in profondità per scoprire cosa si nasconde sotto.
Il successo non è arrivato per caso. Gli streamer di Twitch e i creator su YouTube hanno iniziato a giocarlo per ironia, attirando milioni di visualizzazioni. Le clip di scavi improbabili, scoperte inaspettate e momenti assurdi hanno innescato un effetto domino. Reddit si è riempito di thread dedicati, e in pochi mesi “digging” è diventata una parola chiave di tendenza nel gaming.
Donkey Kong Bananza: la svolta mainstream
Poi è arrivato lui: Donkey Kong Bananza. Nintendo ha preso la formula base del digging e l’ha unita a uno dei suoi personaggi più iconici. Risultato? Un gameplay ipnotico, dove scavare serve non solo a trovare banane e tesori, ma anche a creare percorsi per raggiungere aree segrete, attivare meccanismi e sbloccare boss fight nascoste.
L’uso della vibrazione HD dei Joy-Con e del feedback aptico rende ogni colpo di pala tangibile. La progressione è studiata per dare al giocatore sempre un motivo per fare “ancora un altro scavo”, ed è proprio questo ciclo di gratificazione immediata che lo rende tanto coinvolgente. Su Switch 2, il titolo ha registrato numeri da record nei primi mesi di vendita, complice anche la forte spinta social.
Dig Dig Dino! e la faccia più leggera del genere
Se Donkey Kong Bananza ha puntato su un mix di sfida e scoperta, Dig Dig Dino! ha scelto la via opposta: un approccio allegro, pensato per famiglie e giocatori occasionali. Qui lo scopo è aiutare un gruppo di dinosauri buffi a scavare per trovare cibo, uova rare e fossili.
La grafica coloratissima, le animazioni comiche e la colonna sonora spensierata lo hanno reso un successo su console portatili e dispositivi mobile. È il classico titolo “prendo in mano cinque minuti” che però ti trattiene per ore, grazie a eventi giornalieri e sfide settimanali.
Molti giocatori ammettono di usarlo come “pausa mentale” tra sessioni più impegnative, dimostrando che il digging può funzionare anche come gioco antistress.
Perché scavare piace così tanto
Dietro il successo del digging non c’è solo la novità. Ci sono ragioni più profonde, legate alla psicologia del giocatore:
- Loop gratificante: ogni azione produce un risultato tangibile e immediato (un oggetto trovato, un’area sbloccata, un progresso visibile).
- Senso di scoperta: scavare è un’azione intrinsecamente legata alla curiosità umana. Cosa c’è più sotto? E se trovo qualcosa di raro?
- Ritmo e progressione: il digging si presta bene a sessioni brevi e intense, ma può anche trasformarsi in una maratona da ore.
- Assenza di pressione: molti titoli non puniscono il giocatore, ma lo premiano costantemente, favorendo una sensazione di relax.
C’è anche un elemento nostalgico: scavare nei videogiochi non è una novità assoluta. Pensiamo a Minecraft, Terraria o persino ai livelli sotterranei di Super Mario. La differenza è che, ora, lo scavo non è più una parte del gameplay: è il gameplay.
Un genere che si evolve
La parte interessante del trend è che il digging non sembra fermarsi ai titoli attuali. Alcuni sviluppatori stanno già sperimentando varianti:
- Digging in VR: scavare con motion controller per un’esperienza immersiva.
- Multiplayer competitivo: squadre che gareggiano per scavare più velocemente o trovare tesori prima degli avversari.
- Integrazione con survival games: scavi legati alla raccolta di risorse o alla costruzione di rifugi.
C’è spazio anche per contaminazioni narrative. Immagina un gioco in cui lo scavo serve per indagare un mistero, riportando alla luce resti archeologici o indizi di una civiltà perduta.
Moda passeggera o nuovo pilastro?
Qui il dibattito si fa acceso. Alcuni analisti del settore pensano che il digging sia destinato a sgonfiarsi entro un paio d’anni, come tanti trend virali prima di lui. Altri sostengono che, se supportato da innovazioni e contenuti aggiuntivi, possa consolidarsi come sotto-genere stabile, un po’ come è successo per i battle royale.
La verità è che molto dipenderà da come i prossimi titoli sapranno reinventare la formula. Se rimarrà solo un copia-incolla delle meccaniche attuali, il rischio saturazione è alto. Ma se arriveranno idee fresche, il digging potrebbe trovare il suo spazio duraturo nel panorama videoludico.
La community e il ruolo dei social
Il successo del digging è indissolubilmente legato ai social. TikTok, Twitch e YouTube sono stati catalizzatori potentissimi. Video di scavi improbabili, glitch divertenti o scoperte rare diventano virali in poche ore. I creator hanno trasformato questo genere in un contenuto “shareable” perfetto, facile da comprendere e capace di catturare anche chi non conosce il gioco.
Molti sviluppatori lo hanno capito e integrano sistemi che favoriscono la condivisione di clip direttamente dal gioco, incentivando il passaparola digitale.
Cosa aspettarci nei prossimi mesi
Il calendario delle uscite vede già in arrivo diversi progetti legati al digging:
- Dig City: un gestionale in cui costruire una città sotterranea.
- Hole Raiders: un roguelike cooperativo dove esplorare caverne generate proceduralmente.
- Earth’s Secrets: avventura narrativa in cui ogni scavo porta alla luce frammenti di una storia globale.
Se la tendenza continuerà, potremmo vedere anche brand storici provare a inserire modalità digging nei loro giochi principali.
Il digging non è solo una moda: è la dimostrazione che, nel gaming, idee semplici possono diventare fenomeni planetari se trovano il giusto equilibrio tra meccaniche, community e diffusione social. Che tu lo veda come un passatempo leggero o come un nuovo genere emergente, una cosa è certa: nel 2025, scavare buche non è mai stato così divertente.
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