La beta di Battlefield 6 è stata uno degli eventi più seguiti dell’estate. Il primo weekend ha registrato oltre 500.000 giocatori simultanei su Steam, senza contare chi l’ha provata su PlayStation. Numeri enormi, accompagnati da un entusiasmo iniziale che sembrava rilanciare la serie dopo gli inciampi di Battlefield 2042. Eppure, bastati due weekend di test per trasformare l’hype in critiche.
Oggi la community appare spaccata: c’è chi esalta il feeling delle armi e chi parla già di tradimento rispetto allo spirito originale della saga. Battlefield 6 non è ancora uscito, ma ha già un fronte di detrattori pronto ad attaccarlo.
Mappe troppo strette: la grandezza di Battlefield è sparita?
Chi conosce la serie sa bene qual è sempre stato il suo tratto distintivo: battaglie su larga scala, con tank, jet, elicotteri e centinaia di soldati che si muovono su mappe gigantesche. La beta di Battlefield 6 ha mostrato invece scenari molto più ridotti, con corridoi stretti e respawn piazzati a pochi metri dagli obiettivi.
Le mappe mostrate finora sono:
- Liberation Peak
- Empire State
- New Sobek City
- Manhattan Bridge
- Iberian Offensive
- Mirak Valley
- Saints Quarter
- Operation Firestorm
- Una nona non ancora mostrata ufficialmente negli screenshot
Graficamente non mancano dettagli e spunti scenici interessanti. New Sobek City, ad esempio, offre punti ideali per chi ama il cecchino, mentre Manhattan Bridge regala un bel colpo d’occhio. Il problema è che la dimensione ridotta cambia radicalmente l’esperienza.
In passato un assalto in Rush o Breakthrough richiedeva coordinazione e scontri prolungati. Ora sembra di assistere a partite lampo, dove si respawna quasi sopra l’obiettivo. Una scelta che avvicina Battlefield allo stile frenetico di Call of Duty, ma che snatura ciò che per vent’anni ha reso unica la serie.
Modalità Rush: da simbolo a caricatura
Il malcontento maggiore riguarda Rush. In Battlefield 3 e 4 era sinonimo di caos controllato, con difese disperate e attacchi a ondate continue. La versione provata in beta è invece un 12 contro 12 che sembra quasi una riduzione caricaturale.
Si perde la sensazione di avanzata progressiva, metro dopo metro. Ora gli scontri sono troppo ravvicinati, privi di respiro. In tanti hanno definito Rush “butchered”, ossia tagliato in pezzi, come se fosse stato privato della sua identità.
Anche Breakthrough non è uscito bene dai test. Con i nuovi bilanciamenti bastano meno giocatori per catturare un obiettivo, mentre i difensori devono attendere 12 secondi fissi per il respawn. Una modifica che sulla carta mira a equilibrare, ma che secondo i fan rende gli scontri meno tesi e meno soddisfacenti.
Classi e armi: il caos degli “Open Weapons”
Altro punto di scontro: il sistema delle armi. In Battlefield 6 ogni classe può impugnare qualsiasi arma. Vuoi un medico con fucile a pompa? Nessun problema. Vuoi un assaltatore con cecchino? Idem.
La libertà all’inizio può sembrare positiva, ma di fatto cancella il concetto stesso di specializzazione. Se tutti hanno accesso a tutto, tanto vale scegliere sempre la classe che offre più bonus, come il medico con rianimazione rapida.
Il dibattito tra Open Weapons e Closed Weapons (armi bloccate in base alla classe) ha acceso i forum e i social. A peggiorare la situazione c’è il fatto che le lobby con armi chiuse sono nascoste dietro menù secondari, mentre la scelta di default resta quella “aperta”. La paura diffusa è che EA e DICE, basandosi sui dati, finiscano per dichiarare che “la maggioranza preferisce Open Weapons”, chiudendo il discorso.
Molti chiedono una soluzione chiara: armi bloccate nelle partite standard, libertà totale confinata al Portal Mode, lo spazio pensato per le modalità personalizzate.
Interfaccia e HUD: fan all’opera
Un altro fronte di critiche riguarda l’interfaccia. HUD confuso, menù poco leggibili e navigazione macchinosa. La scelta delle modalità sembra nascosta più che proposta, al punto che diversi utenti hanno iniziato a progettare versioni alternative.
I mockup condivisi sui social mostrano quanto sia forte il malcontento: quando i fan si mettono a ridisegnare l’interfaccia prima ancora dell’uscita del gioco, significa che la percezione è chiara. L’HUD ufficiale viene visto come un ostacolo più che come un supporto.
Movimento e velocità: quando il realismo sparisce
La beta ha messo in evidenza anche un problema di ritmo. I soldati si muovono a una velocità eccessiva, che stona con la dimensione ridotta delle mappe. Vedere un personaggio scivolare senza frizione su macerie e cemento spezzato rompe completamente l’illusione di realismo.
Battlefield è sempre stato un gioco “sporco”: terreni che rallentano, ostacoli che complicano la corsa, spazi ampi da controllare. Qui invece tutto appare fin troppo fluido e artificiale.
Gunplay: il punto che mette tutti d’accordo
Nonostante le critiche, c’è un aspetto che convince tutti: il gunplay. Le armi trasmettono peso, rinculo e precisione. Lo sniping è soddisfacente, i loadout funzionano bene e la sensazione generale è di avere finalmente tra le mani un arsenale credibile.
In questo, Battlefield 6 riesce a superare Call of Duty, restituendo quel piacere puro dello sparo che i fan chiedono da anni. Ed è anche il motivo per cui, nonostante tutto, tanti continuano a divertirsi con la beta.
EA e DICE: promesse e correzioni
Gli sviluppatori hanno già introdotto alcuni hotfix per Rush e Breakthrough, assicurando che al lancio ci saranno mappe più grandi e più varie. Il problema è la fiducia. Battlefield 2042 aveva fatto promesse simili senza mantenerle e parte della community non dimentica.
Con il lancio fissato per ottobre 2025, il tempo per intervenire non è molto. E c’è chi teme che i difetti visti in beta rappresentino la versione definitiva del gioco.
Il paradosso Battlefield 6
Alla fine il quadro è questo:
- Il cuore del gameplay funziona, il gunplay diverte.
- Mappe ridotte, modalità stravolte e classi senza ruolo minano l’identità storica della serie.
Battlefield 6 rischia di trasformarsi in una via di mezzo: più rapido e stretto come Call of Duty, ma senza la grandezza che lo ha sempre distinto. Una scelta che può attrarre chi cerca partite veloci, ma che lascia perplessi i veterani.
E tu, da che parte stai?
Battlefield 6 non è un flop annunciato, ma è un gioco che sta dividendo la community già in fase di beta. Ci sono mesi in cui EA e DICE possono intervenire, ma il rischio di un lancio segnato dai compromessi è alto.
Ti convincono le scelte fatte dagli sviluppatori o senti che si è perso il DNA di Battlefield?
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