Hai passato ore a cercare banane dorate, salti impossibili e boss assurdi… ma c’è una cosa che probabilmente ti è sfuggita. In Donkey Kong 64, il platformone di Rare uscito nel 1999 su Nintendo 64, esiste una stanza segreta. Non una stanza “nascosta” come quelle che trovi nei livelli. Una stanza tagliata dal gioco, abbandonata dai dev, mai usata nella campagna.
E la parte più folle?
Puoi entrarci. Senza codici. Senza GameShark. E senza emulatori.
Come si entra? No hack, solo un comando ben preciso
Per accedere a questa dev room dimenticata non devi fare magie, solo portare a termine una delle attività più fastidiose del gioco: raccogli tutti i 40 blueprints e consegnali a Snide. Sì, proprio lui, lo scienziato col naso lungo che ti guarda male ogni volta che entri nel suo laboratorio.
Fatto? Ora apri il menu dei minigiochi bonus.
Sposta il cursore su uno qualsiasi e premi A e B insieme.
Niente effetti speciali, nessun jingle. Ma il gioco, silenziosamente, caricherà un luogo che non dovresti vedere.
Cosa succede nella stanza in Donkey Kong 64: il glitch si fa arte
Ti ritrovi in una grande sala vuota. Niente musica, niente HUD, niente NPC. Solo quattro colonne e un palloncino giallo fluttuante. E in mezzo a tutto questo silenzio digitale… ecco che spunta un altro Donkey Kong.
Sì, un clone. Immobile. Identico a te.
Probabilmente serviva per testare le animazioni, ma trovarselo lì, in una mappa muta e senza uscita, fa venire i brividi.
Puoi saltare, muoverti, lanciare arance. Se ti colpisci senti il suono della vita persa, ma la salute non scende. Provi a uscire? Impossibile. Torni sempre nella stessa stanza. Premere Start non serve. Salvare nemmeno.
L’unica via d’uscita è spegnere la console. Game over.
Perché esiste? Errore, o regalo involontario
Le teorie si sprecano. C’è chi parla di pigrizia da debug. C’è chi crede sia una reliquia dello sviluppo, lasciata per sbaglio nel codice della versione finale. Nessuna leggenda urbana, nessuna creepypasta (almeno stavolta). Ma resta il fatto che ci sei finito dentro senza forzature. E questo, in un gioco Nintendo, è strano forte.
Vuoi altre stranezze dimenticate nel codice? Dai un’occhiata alla nostra guida su Pokémon Rosso e Blu: bug e glitch leggendari o scopri cosa nasconde il menu segreto di GoldenEye 007. Roba vera, non leggende metropolitane.
Ma oggi esistono ancora zone così?
Sì, anche se trovarle è molto più difficile. I giochi moderni sono blindati. Le dev room vengono quasi sempre eliminate prima del lancio. O nascoste dietro sistemi di sicurezza, stringhe debug o versioni riservate ai tester.
Ma ogni tanto qualcosa sfugge. Succede con titoli giganti come Elden Ring, dove i dataminer hanno trovato intere aree tagliate ancora esplorabili. O in giochi indie pieni di stanze “fantasma” usate per prove interne. E il bello è che spesso queste zone sono piene di boss mai rilasciati, NPC rimossi, o strutture incomplete. Proprio come la stanza di Donkey Kong.
Insomma, il fascino del proibito non muore mai. Solo si nasconde meglio.
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