Che Sony stia portando alcuni suoi titoli su Xbox ormai lo sappiamo. Ma occhio, perché c’è un malinteso che gira da settimane: non significa che vedremo Spider-Man o God of War sul catalogo Game Pass. Anzi, al momento pare che i titoli di punta resteranno ben ancorati alla loro casa: PlayStation.
Per ora stanno viaggiando solo gli “scarti buoni”. Live service, spin-off, magari qualche esperimento andato bene. Ma i giochi che fanno vendere milioni di console? Quelli, col cavolo.
Sony segue i soldi (e ci sta)
È tutto partito con Sea of Thieves e Grounded. Due giochi Xbox che sono sbarcati su PS5 nel 2024… e hanno venduto una cifra. Talmente tanto che qualcuno in Microsoft ha detto: “Aspetta, ma allora vendere su PlayStation funziona?”. E da lì, via libera al modello multipiattaforma.
Sony, ovviamente, prende nota. Helldivers 2 su PC fa boom. God of War su Steam vola. A quel punto iniziano a fare qualche test anche loro. Ma sempre con molta calma.
Nel frattempo spunta un’offerta di lavoro ufficiale che parla chiaro: si cercano figure per portare i giochi PlayStation anche su Xbox. Sì, c’è scritto proprio così. Ma è un’iniziativa legata solo ai live service. Niente panico.
NateTheHate dice la sua (e la gente ascolta)

Poi arriva lui: Nate the Hate. Leaker con un discreto curriculum, uno che raramente spara a caso. Gli chiedono: “Quali giochi Sony andranno su Xbox?”. E lui risponde: “Non immagino nulla oltre ai live service, tipo Helldivers 2 e Marathon”.
Tradotto: niente God of War, niente The Last of Us, niente Spider-Man. E in effetti ha senso. Spider-Man è legato a una licenza Marvel gestita direttamente da Sony, e God of War è una delle IP più preziose che hanno. Perché dovrebbero regalarla al competitor? Soprattutto se gli utenti Xbox, dati alla mano, comprano poco.
Eh sì, su Xbox si compra poco
C’è un tweet (verificabile) che mostra le classifiche di giugno 2025: anche i giochi Xbox più venduti non entrano nemmeno nella top 20 generale mensile. E stiamo parlando del mercato USA, dove Xbox dovrebbe essere forte.
Capito il problema? Portare un gioco su Xbox significa investire tempo, risorse, team di sviluppo, QA, marketing… per cosa? Per vendere una frazione di quello che si farebbe su Steam o PS5? Capisci bene che il ROI non torna.
I fan sono stufi. E Sony lo sa
Nel frattempo, la community si lamenta. E non poco. Non per i porting su Xbox, ma per la direzione generale: troppi live service, troppe promesse, troppa poca ciccia singleplayer.
Robert Morrison, ex sviluppatore di Santa Monica Studio, ha pubblicato un tweet-manifesto che ha girato parecchio: “Sony dovrebbe tornare a fare giochi narrativi, prototipi originali, progetti piccoli ma curati. Basta Battle Pass e progetti gonfiati.” Non gli si può dare torto.
Chi ha reso la PS4 e la PS5 console da 100 milioni di unità? I titoli narrativi, gli exclusives fatti con il cuore: Bloodborne, The Last of Us Part II, Ghost of Tsushima, Ratchet & Clank, Returnal, Horizon Zero Dawn. Non Project Gummy Bears.
E quindi? I giochi PS5 andranno su Xbox?
Sì, alcuni. Ma solo quelli minori o live service. E anche lì, non è detto che funzionino. Perché Xbox è un ecosistema diverso, con un pubblico diverso. Quello che su PS5 vola, su Series X potrebbe schiantarsi.
Secondo me, Sony sta testando il terreno. Se va male, chiude subito il rubinetto. Se va bene (tipo Helldivers), continuerà con progetti simili. Ma le grandi IP, quelle che vendono console e fanno impazzire i fan, resteranno dove sono.
E sai una cosa? Meglio così.
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