Altro giro, altra esclusione. No Rest for the Wicked, il nuovo soulslike isometrico firmato dagli ex autori di Ori and the Blind Forest, non uscirà su Xbox (almeno per ora). E stavolta non c’entrano limiti tecnici o tempistiche: c’entra il portafogli.
Moon Studios, ora completamente indipendente dopo la rottura con Microsoft, ha detto le cose come stanno: “Su Xbox non si vendono giochi. Portarlo lì non conviene.” E la community è esplosa.
Il gioco c’è, ma Xbox no
No Rest for the Wicked è uscito in early access su Steam nel 2024. Uno di quei titoli che non ti aspetti: visuale dall’alto, estetica dark, mostri degni di un incubo lovecraftiano e combattimento pesante in stile Dark Souls.
È grezzo ma potente. Già da adesso, molti lo considerano uno degli indie più promettenti degli ultimi anni.
Ma mentre i fan aspettavano l’annuncio per console, Moon Studios ha gelato tutti: niente versione Xbox, almeno all’inizio. E le motivazioni sono spiazzanti ma lucidissime.
Portarlo su Xbox? “Non ha senso”
Secondo gli sviluppatori, la decisione non è ideologica. È matematica.
“Dobbiamo ottimizzare per Xbox Series X e Series S. Costa più tempo e soldi. E poi i giochi lì non vendono. Su PS5 sì. Su Switch 2 anche. Ma su Xbox… a meno che non ti paghi Microsoft con il Game Pass, è tempo perso.”
Il team ha stimato (senza cifre ufficiali) che portare il gioco su console potrebbe costare attorno ai 500.000 dollari. E hanno dichiarato apertamente di non aspettarsi nemmeno di recuperarli, se dovessero lanciare il gioco su Xbox in modo tradizionale.
Insomma: niente Game Pass, niente port.
PS5 e Switch 2 sono la priorità
Moon Studios non si nasconde: “Supporteremo prima la piattaforma con più utenti.”
E in questo momento, quella è PlayStation 5. I numeri parlano chiaro: per ogni Xbox venduta, Sony piazza almeno 5 PS5. E in più, Sony supporta attivamente gli sviluppatori con team tecnici per aiutare nel porting e nell’ottimizzazione.
Sulla concorrenza giapponese, lo studio non ha fatto nomi, ma è evidente che anche Switch 2 è nei loro piani. Dove c’è pubblico, c’è business. E oggi, Xbox non sembra un ambiente fertile.
Game Pass ha cambiato tutto (in peggio)
DreamcastGuy, che ha dedicato l’intero video alla questione, è stato schietto:
Game Pass ha “rieducato” i giocatori Xbox a non comprare più giochi.
Per anni, Microsoft ha spinto la narrativa del “Day One su Game Pass” anche per i tripla A, creando una cultura del consumo passivo: “Perché comprare oggi, se tra poco potrebbe arrivare gratis?”
Il risultato? Chi sviluppa giochi indipendenti si trova davanti a un muro: il pubblico Xbox non compra, aspetta. E per un team che vive sulle vendite, non sui sogni, questo fa tutta la differenza del mondo.
La rabbia (ingiustificata?) dei fan Xbox
Come prevedibile, la reazione online non si è fatta attendere.
Minacce di boicottaggio, accuse di tradimento, post polemici del tipo:
“Se arrivate prima su PS5, io il gioco non lo compro. Basta trattare Xbox come una piattaforma di serie B.”
Moon Studios ha risposto con toni pacati ma decisi: “Non è una questione di odio, è una questione di sopravvivenza.”
Se Microsoft volesse finanziare il porting o proporre l’inclusione nel Game Pass, la porta non è chiusa. Ma non è loro compito pagare di tasca propria per una piattaforma che, attualmente, non ripaga lo sforzo.
Una generazione Xbox… fallita?
Il video si chiude con un commento amaro ma realistico:
Questa generazione Xbox era partita con la promessa di Halo Infinite, Fable, Starfield, Hellblade II, Gears. Ma quasi nulla ha mantenuto le aspettative.
Starfield ha diviso. Hellblade ha deluso. Il resto? Rinviato o nel limbo.
E intanto, la community Xbox sembra più arrabbiata con gli sviluppatori che saltano la piattaforma, che con Microsoft stessa. Come se ci fosse una forma di rassegnazione: “Abbiamo scelto Xbox, ora sopportiamo.”
Il futuro? Forse arriverà… ma non gratis
Moon Studios non esclude che No Rest for the Wicked arrivi anche su Xbox, in futuro.
Ma solo se avrà senso farlo. Se il gioco andrà forte su PS5, Switch o PC, e se i numeri giustificheranno l’investimento. Oppure, se Microsoft metterà mano al portafoglio.
Nel frattempo, i fan Xbox dovranno convivere con l’idea che non sono più la priorità. Né per i tripla A, né per gli indie.
E a questo punto, la domanda vera è: di chi è la colpa?
Tu che ne pensi? È giusto che gli studi indie evitino Xbox per motivi economici? Lo giocherai comunque su altre piattaforme? Parliamone su Instagram.
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