Sony ha rotto il silenzio: PlayStation 6 è ufficialmente “top of mind” per l’azienda. Ma invece di entusiasmo, ha generato una reazione opposta.
Chi ha una PS5 o sta pensando di prenderla non vuole sentir parlare della prossima generazione, finché l’attuale non ha ancora dimostrato di valere davvero.
Il motivo è semplice: PS5 è una macchina potente, ma manca quella sensazione di esclusività forte che ha sempre definito l’identità PlayStation.
L’era PS5: hardware da record, ma poche esclusive memorabili

La console ha venduto alla grande. Anzi, secondo i report interni, PS5 è la più veloce della storia PlayStation a raggiungere certe cifre. Le casse Sony ringraziano, tra microtransazioni, abbonamenti e terze parti.
Ma se si guarda al catalogo proprietario, qualcosa scricchiola.
God of War Ragnarok, Spider-Man 2, Ratchet & Clank Rift Apart… titoli validi, certo. Ma il volume complessivo è inferiore rispetto alle epoche PS2 o PS4. E chi gioca inizia a chiedersi: perché dovrei fidarmi della prossima, se l’attuale mi ha già lasciato a metà?
Una promessa all’anno? Ambiziosa, forse troppo
Sony ha dichiarato l’intenzione di pubblicare almeno un gioco AAA single player all’anno da qui in avanti.
Sulla carta è una gran notizia. Ma il dubbio è se possa davvero accadere.
Oggi servono anni per sviluppare un titolo di questo livello. Se davvero vogliono mantenere questa promessa, significa che hanno almeno tre o quattro produzioni già pronte da tempo.
Altrimenti è solo una dichiarazione di facciata.
PS6 retrocompatibile? Lo sperano in molti. Perché PS5 Pro è appena arrivata
Un altro tema che genera malumori è il tempismo: PS5 Pro è appena uscita, e già si parla di PS6.
Chi ha appena investito nella versione potenziata si chiede se ne valesse la pena.
L’unico compromesso accettabile sembra essere la retrocompatibilità. Se PS6 permetterà di portare avanti tutta la libreria PS5, allora il passaggio avrà senso. In caso contrario, la fiducia potrebbe incrinarsi in modo serio.
Xbox fuori dai giochi? Sony sembra ignorare la console war
Nel comunicato, Sony non fa menzione diretta a Xbox.
Non serve. È come se la guerra delle console fosse già finita. E forse, per loro, lo è davvero.
L’obiettivo dichiarato è continuare su due fronti:
– produzioni narrative single player su console, poi su PC
– giochi live service, nonostante i tentativi passati non sempre riusciti
Tra Concord e Marathon, qualcosa dovrà funzionare davvero per giustificare l’investimento.
Esclusive vere, non solo marketing
DreamcastGuy, in un video che ha raccolto parecchia attenzione, riassume così il sentimento generale: chi compra una console vuole giochi, non solo slogan pubblicitari.
Tanti giocatori esperti, anche quelli che usano PC o Switch, stanno ignorando PS5. Non perché sia una cattiva console, ma perché mancano titoli unici, sorprendenti, frequenti.
Basta guardare Nintendo: Switch continua a vendere tantissimo anche oggi, grazie a un flusso continuo di giochi che spaziano da tripla A a produzioni originali a medio budget. Con PS5, invece, il ritmo è molto più lento.
Il problema non è PS6, è la fiducia
Che PS6 sia in fase di sviluppo è normale. Ma parlarne adesso, con PS5 che ancora fatica a lasciare il segno, rischia di creare l’effetto opposto.
La prossima generazione può essere anche la più potente di sempre. Ma se Sony non cambia passo sul piano contenutistico, la vera domanda non sarà quanto sarà potente PS6.
Sarà: vale la pena comprarla?
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