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SecuROM: il DRM che ha fatto impazzire (e odiare) una generazione di gamer

SecuROM è stato il DRM più odiato del gaming PC: ecco come funzionava, perché ha fallito e quali giochi ha colpito.

2 mesi fa
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Installi il gioco, inserisci il disco, clicchi “gioca”… e non parte. Bentornato nel 2008, quando SecuROM era il vero boss finale del gaming su PC.

Contenuti in questo articolo
Cos’era SecuROM e perché Sony l’ha inventataCome funzionava (e perché dava problemi)I giochi “bloccati” da SecuROMIl paradosso del DRM: colpisce chi compraMicrosoft lo ha rimosso dai nuovi WindowsCosa ci ha insegnato l’incubo SecuROM?

Se oggi ti lamenti di Denuvo, è solo perché non hai mai fatto a pugni con SecuROM. Parliamo di una delle protezioni anticopia più odiate, invasive e frustranti della storia dei videogiochi. Una tecnologia Sony che invece di fermare i pirati… ha colpito milioni di utenti onesti.

Vediamo com’è nata, cosa faceva (male) e perché ancora oggi è sinonimo di disastro DRM.

Cos’era SecuROM e perché Sony l’ha inventata

SecuROM nasce nel 1997 come soluzione “high tech” per proteggere CD e DVD dall’uso non autorizzato. In soldoni, serviva a impedire che i giochi PC venissero copiati, condivisi o installati su più macchine.

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Sony la presentava come una protezione intelligente: verifica del disco originale, firme digitali, controllo hardware, numero limitato di installazioni. Insomma, una barriera quasi inespugnabile. Sulla carta.

Spoiler: non ha mai funzionato davvero. Anzi, ha fatto tutto il contrario.

Come funzionava (e perché dava problemi)

playstation 1 disco nero

Ecco cosa faceva SecuROM in pratica:

  • Controllava il disco originale ogni volta che lanciavi il gioco
  • Limitava il numero di installazioni (di solito 3-5 attivazioni)
  • Bloccava l’uso di emulatori CD come Daemon Tools
  • Installava driver nascosti che restavano attivi anche dopo la disinstallazione

Sì, hai capito bene: un driver invisibile che si annidava nel sistema operativo e interferiva con altri software. Per molti utenti, questo significava solo una cosa: crash, conflitti, errori misteriosi.

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E se cambiavi PC, aggiornavi l’hardware o dimenticavi di disattivare una licenza? Il gioco era andato. Letteralmente.

I giochi “bloccati” da SecuROM

Ecco qualche titolo che ha usato (e rovinato) l’esperienza con SecuROM:

  • Spore – diventato celebre più per la sua protezione assurda che per il gioco stesso
  • Mass Effect – con attivazioni limitate e obbligo di connessione
  • Bioshock – problemi anche solo per cambiare scheda video
  • The Sims 2 e 3 – crash e installazioni impazzite
  • GTA IV – DRM + Games for Windows Live: combo letale

Tutti giochi che oggi trovi regolarmente su Steam o GOG, ma che all’epoca erano un vero incubo su disco.

Il paradosso del DRM: colpisce chi compra

Mentre i giocatori regolari faticavano anche solo ad avviare il gioco, i pirati… lo giocavano senza problemi. Crack, no-CD patch, workaround: bastava un forum e 10 minuti.

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SecuROM si è dimostrato totalmente inefficace nel fermare la pirateria. Ma ha rovinato l’esperienza di chi il gioco l’aveva pagato. E questo ha generato una frustrazione collettiva che ha travolto Sony, EA, 2K Games e molti altri publisher.

Microsoft lo ha rimosso dai nuovi Windows

Il colpo di grazia è arrivato con Windows 10. Microsoft ha dichiarato che SecuROM rappresentava un rischio per la sicurezza, bloccandone del tutto il supporto.

Risultato: centinaia di giochi originali acquistati su disco non funzionano più. Neanche in compatibilità. Se hai un PC moderno, o li hai riscattati in digitale… o li butti.

Cosa ci ha insegnato l’incubo SecuROM?

Che i DRM mal progettati non servono a niente. Che chi compra non va punito. E che a volte, la protezione più efficace è… il rispetto per l’utente.

SecuROM è il motivo per cui oggi Steam, GOG e altri store danno (quasi sempre) priorità all’usabilità. Perché la storia ha insegnato che un gioco che non parte è peggio di un gioco copiato.

E se anche tu una volta hai urlato davanti a un errore tipo “Please insert original disc” mentre il disco era già dentro… beh, ti capiamo.

Ah, e per altre storie dimenticate del gaming (e qualche rancore da tirare fuori), seguici su Instagram: siamo quelli con meno DRM e più ironia.

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