Durante la call con gli investitori di agosto 2025, il vicepresidente Sony Sadahiko Hayakawa ha sganciato una frase che ha acceso discussioni infinite: il business PlayStation si sta spostando da un modello hardware-centrico a una piattaforma basata su community ed engagement. Tradotto: non sarà più solo la vendita di PS5 o PS6 a guidare tutto, ma una strategia più ampia, che guarda anche fuori dai confini delle console.
Prima di urlare “RIP PlayStation” e mettere la PS5 su Subito, respira: nessuno ha detto che le console spariranno. Anzi, PS5 è in stato di grazia, con vendite sopra gli 80 milioni e un ritmo che batte quello della PS4. Però, l’idea è chiara: i giochi Sony devono viaggiare più lontano, più in fretta.
Da esclusiva a “prima su”

Qui sta il punto caldo. Secondo vari leak e analisi, Sony starebbe per accorciare la finestra di esclusività: invece di aspettare anni, i giochi di PS6 (e già alcuni di PS5) potrebbero arrivare su PC molto prima. E in alcuni casi Helldivers 2 insegna anche su Xbox. Il titolo di Arrowhead, lanciato su PS5 e PC, sbarcherà su Series X|S il 26 agosto 2025. Segnale forte e inequivocabile.
E non finisce qui. Sony sta assumendo figure chiave per portare i propri giochi anche su Nintendo Switch e mobile. Non è un rumor da forum: l’annuncio di lavoro è ufficiale.
Engagement: parola magica o trappola?
Il termine “engagement” suona bene nei power point, ma nella pratica significa una cosa: quanto tempo resti dentro l’ecosistema PlayStation. Non conta solo se hai comprato la console, ma se giochi online, compri DLC, scarichi contenuti e resti connesso. È il modello che Blizzard usa da anni: meno “vendere un disco”, più “tenerci incollati”.
Sony sa che la community oggi è più frammentata che mai. A QuakeCon 2025, come racconta chi c’era, su 4.000 postazioni non c’era una sola console: solo PC. Ecco perché un Spider-Man su Steam vale oro.
I conti parlano chiaro
PS5 è una macchina da soldi: vendite hardware in crescita, profitti operativi a +127% rispetto all’anno scorso, 66 milioni di giochi venduti (+23%) e utenti PSN in aumento del 6%. E tutto questo in un anno in cui non sono usciti molti blockbuster first party.
Questo dà a Sony margine per sperimentare. Certo, ci sono stati flop colossali Concord, cancellato dopo pochi giorni, è costato centinaia di milioni ma l’impatto sui bilanci è stato minimo, segno di un business solido.
Cosa rischiamo di perdere
La paura di alcuni fan è che, accorciando l’esclusiva, si perda quel senso di “club” che ha sempre reso speciale la PlayStation. Da Uncharted a The Last of Us, la forza era anche nel sapere che certe esperienze le trovavi solo lì. Se queste arrivano su PC o Xbox troppo presto, il valore percepito di comprare subito una nuova console può calare.
Sony, però, sembra avere un piano B: se i numeri hardware scendono, la strategia può cambiare in corsa. In altre parole, se la PS5 inizia a perdere colpi per colpa di un’apertura troppo veloce, si torna subito alla vecchia scuola.
Un futuro più aperto (ma controllato)
Questa mossa non è un segnale di resa, ma di adattamento. PlayStation non diventerà Xbox da un giorno all’altro, ma userà il PC e forse altre piattaforme come moltiplicatori di pubblico e fatturato. La console resta il cuore, ma il sangue scorrerà anche altrove.
Preparati quindi a un futuro dove “esclusiva” significa più “prima su PlayStation” che “solo su PlayStation”. E dove la fedeltà al brand non si misura solo con la console sotto la TV, ma con il tempo che spendi nel suo ecosistema.
Seguici su Instagram per altre news e retroscena: https://www.instagram.com/gamecast_it