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In vetrinaOpinioni e Editoriali

Supermassive taglia ancora: 36 licenziamenti e Directive 8020 slitta al 2026

Supermassive Games licenzia 36 dipendenti e rinvia Directive 8020 al 2026. Un nuovo segnale della crisi che travolge l’industria videoludica.

2 ore fa
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Altro giro, altra sforbiciata. Supermassive Games, lo studio britannico dietro Until Dawn e The Quarry, ha confermato il 22 luglio un nuovo round di licenziamenti: stavolta a lasciare il team sono in 36. E come se non bastasse, Directive 8020, il prossimo capitolo sci-fi della serie The Dark Pictures Anthology, è stato rinviato al 2026.

Contenuti in questo articolo
Horror dietro le quinteL’ondata nera che sta travolgendo l’industriaPerché succede tutto questo?Il prezzo della crisi: meno storie, più burnoutIndie in risalita, sindacati in arrivo?Cosa ci aspetta?

Sì, il gioco che doveva arrivare ad Halloween ora è atteso nella “prima metà del 2026”. Ma il vero brivido? È dietro le quinte.

Horror dietro le quinte

La dichiarazione ufficiale è la solita formula: “stiamo adattando la struttura interna al contesto in evoluzione dell’industria”. Tradotto? Tagli su tagli per restare a galla in un settore sempre più spietato.

Supermassive non è nuova a queste scelte. Già nel 2023 aveva licenziato circa 90 persone, un terzo della forza lavoro. E ora si ricomincia, con l’aggiunta di un rinvio pesante che mette in pausa uno dei titoli più attesi del franchise.

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E Little Nightmares III? Al momento resta confermato per il 2025, ma in molti iniziano a chiedersi quanto potrà reggere la produzione se il trend prosegue.

L’ondata nera che sta travolgendo l’industria

ottobre 2024 | until dawn remake

Quella di Supermassive è solo l’ultima voce di un coro sempre più affollato. Da inizio 2025 sono stati registrati tra i 3.500 e i 4.000 licenziamenti nel gaming, che si sommano ai 14.600 dell’anno scorso e ai circa 35.000 dal 2022. Una vera e propria crisi strutturale.

Qualche nome? Eccoli:

  • Microsoft: ha tagliato fino a 9.000 posti nel comparto Xbox, chiudendo studi come The Initiative e cancellando Perfect Dark.
  • EA: più di 300 esuberi ad aprile, colpiti anche i team di Respawn.
  • Unity: altri 1.800 fuori.
  • PlayStation Studios: licenziamenti per 900 persone.
  • E poi ci sono People Can Fly, Jagex, e tanti altri meno noti, ma altrettanto colpiti.

Perché succede tutto questo?

La lista delle cause è lunga. Alcune sono vecchie conoscenze:

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Ma c’è anche l’elefante nella stanza: l’intelligenza artificiale. Mentre i team si sfoltiscono, sempre più publisher scommettono sull’uso di IA generativa per QA, NPC, scrittura automatica. E su X (ex Twitter), l’ironia è pungente: “licenziano le persone e si affidano all’IA per fare i test?”.

Secondo un sondaggio pubblicato da Kidscreen, il 30% degli sviluppatori ritiene che l’IA stia facendo più male che bene, e la sensazione è condivisa.

Il prezzo della crisi: meno storie, più burnout

videogiochi | rinascite

Il report ufficiale GDC 2025 è chiaro: nell’ultimo anno l’11% dei developer ha perso il lavoro, con un impatto totale (tra diretti e indiretti) sul 41% dei team. I più colpiti? Gli scrittori, i narrative designer, i creativi.

E questo pesa, eccome. Perché giochi come quelli di Supermassive si reggono proprio sulla scrittura, l’atmosfera, la coerenza narrativa. Quando salta metà team, resta difficile immaginare che il prossimo Directive 8020 sia all’altezza di Until Dawn.

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Indie in risalita, sindacati in arrivo?

Nel caos, però, si muove qualcosa. Gli studi indie, meno ingolfati e più agili, sembrano resistere meglio. C’è chi parla di “nuova linfa”, di un’industria che si sta ricalibrando sulle piccole produzioni e sulla creatività vera, non sulle mega IP da blockbuster che implodono al primo flop.

E intanto, crescono anche le voci di chi chiede un cambio strutturale: sindacati, tutele per i lavoratori, più trasparenza e meno hype da vetrina.

Come ha scritto un utente: “Tutti questi licenziamenti sono ridicoli. Da quando c’è l’IA, le persone stanno perdendo il lavoro ogni giorno. Qualcosa deve cambiare.”

Cosa ci aspetta?

Alcuni analisti, come Amir Satvat, parlano di una possibile stabilizzazione nella seconda metà del 2025. I ritmi di assunzione sembrano finalmente riallinearsi. Ma con oltre 80.000 licenziamenti tech quest’anno in tutto il settore, è ancora presto per cantare vittoria.

Una cosa però è certa: questa ondata non è solo numeri. Dietro ci sono storie, talenti, visioni che rischiano di perdersi. E un futuro che va ridisegnato, prima che resti solo un incubo a occhi aperti.

Come la vedi? Troppi tagli, troppa IA, troppe promesse disattese?
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