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PlayStation e Xbox hanno messo fine alle console war: cosa significa davvero per il futuro del gaming

PlayStation e Xbox hanno di fatto chiuso la guerra delle console. Ecco perché sta succedendo, cosa cambia per i giocatori e come sarà il futuro delle esclusive.

3 ore fa
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La guerra delle console è finita. Almeno, questa è la tesi che negli ultimi mesi ha preso sempre più forza, alimentata da mosse che fino a pochi anni fa sembravano impensabili. Il concetto di “esclusiva” non è morto del tutto, ma è ormai evidente che Sony e Microsoft abbiano deciso di giocare una partita diversa. E gli esempi concreti sono tanti, dal debutto di Helldivers 2 su Xbox al lancio di Lego Horizon Adventures su Nintendo Switch.

Contenuti in questo articolo
Un cambiamento che si vede nei fattiI segnali di un accordo non scrittoPerché adessoLa spinta degli investitoriEsclusive: addio o arrivederciLa fine di un’epocaCosa cambia per i giocatoriRivivere le console war? Solo nel passato

Un cambiamento che si vede nei fatti

Per anni le console war si sono basate su una regola semplice: vuoi un gioco? Comprati la console che lo ospita. Se desideravi God of War, dovevi avere una PlayStation. Se eri appassionato di Halo, serviva una Xbox. Oggi lo scenario è cambiato. Sempre più titoli nati come esclusivi stanno arrivando su piattaforme rivali o su PC. E non si tratta solo di rilasci tardivi di vecchi giochi: la strategia è ormai attiva su progetti importanti.

Basti guardare Helldivers 2. Pubblicato da PlayStation Studios, è stato annunciato per Xbox Series X|S con uscita fissata per ottobre 2025. Nel trailer dedicato all’edizione Xbox, realizzato direttamente da PlayStation, è comparso un teaser di Halo 3: ODST. Un messaggio neanche troppo velato: le barriere tra ecosistemi stanno crollando e i due colossi sanno perfettamente come giocare con questo nuovo equilibrio.

I segnali di un accordo non scritto

Un altro caso simbolico è Lego Horizon Adventures, spin-off della serie Horizon che uscirà anche su Nintendo Switch e PC. Si tratta di una mossa che va oltre il semplice ampliamento del pubblico: è la dimostrazione che Sony è disposta a far arrivare le proprie IP su piattaforme dirette concorrenti quando il potenziale di mercato lo giustifica.

E non è un discorso a senso unico. Negli ultimi due anni, giochi associati storicamente a Xbox come Sea of Thieves e Hi-Fi Rush sono arrivati su PS5, mentre Pentiment e altri progetti firmati Xbox Game Studios hanno varcato i confini del loro ecosistema. In parallelo, Sony ha già portato su PC successi come God of War (2018), Horizon Zero Dawn e The Last of Us Part I.

Perché adesso

La domanda che molti si fanno è: perché questa apertura proprio ora? La risposta è soprattutto economica. I costi di sviluppo dei giochi AAA sono cresciuti a livelli record, superando in alcuni casi i 200 milioni di dollari solo per la produzione, a cui si aggiungono spese di marketing sempre più aggressive. Tempi di lavorazione lunghi, spesso oltre i cinque anni, rendono rischioso puntare su una sola piattaforma.

In questo contesto, ampliare il bacino d’utenza diventa un modo per ridurre il rischio e massimizzare i profitti. Portare un titolo live service o cooperativo su più console aumenta la base di giocatori attivi e garantisce un flusso di entrate più stabile nel tempo.

xbox controller

La spinta degli investitori

A pesare c’è anche la pressione crescente degli investitori. Più denaro entra nell’industria, più alte sono le aspettative di ritorno. Le aziende non possono più accontentarsi di vendere “abbastanza” per coprire i costi: devono puntare a margini molto più ampi. E se questo significa mettere un Horizon su Switch o un Helldivers su Xbox, poco importa che dieci anni fa sarebbe sembrato un sacrilegio.

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Sony stessa ha confermato questa direzione nelle dichiarazioni di Hermen Hulst, co-CEO di Sony Interactive Entertainment, che ha parlato apertamente di un’espansione selettiva verso altre piattaforme. Le offerte di lavoro per ingegneri esperti in porting su Xbox, Switch e PC non lasciano spazio a dubbi.

Esclusive: addio o arrivederci

sony playstation

Non significa che tutte le esclusive spariranno. Sony continuerà a proteggere i suoi blockbuster narrativi più forti, almeno nel breve termine. Titoli come il prossimo God of War o Marvel’s Spider-Man 3 potrebbero restare confinati su PS5 per anni prima di arrivare altrove, se mai ci arriveranno. Ma i giochi cooperativi, multiplayer e live service hanno un destino diverso: più piattaforme significa più giocatori e più entrate.

Microsoft ha già dimostrato di voler applicare questa logica in maniera radicale, mentre Sony si muove in modo più prudente. Ad ogni modo, la direzione è chiara e difficilmente si tornerà indietro.

La fine di un’epoca

Per chi è cresciuto negli anni in cui le esclusive definivano l’identità di una console, questo cambiamento segna la fine di un’epoca. Le console war alimentavano la competizione, spingendo le aziende a innovare per superarsi a vicenda. Oggi la collaborazione parziale è vista come un compromesso necessario per sopravvivere in un mercato sempre più costoso e complesso.

C’è chi paragona la situazione al wrestling degli anni Novanta, quando la rivalità tra WCW e WWF teneva alta l’attenzione del pubblico. Quando la competizione diretta è finita, lo spettacolo non è mai stato lo stesso. Nel gaming, la scomparsa delle console war potrebbe avere un effetto simile: meno sorprese esclusive, più convergenza tra le offerte.

Cosa cambia per i giocatori

Nel breve termine, i giocatori potrebbero beneficiarne. Meno barriere significa più scelta, la possibilità di accedere a giochi prima inaccessibili senza dover comprare una seconda console. Un utente Xbox potrà provare un titolo PlayStation senza cambiare piattaforma e viceversa.

Nel lungo periodo, però, resta il dubbio su come questa strategia influenzerà la creatività. Se l’obiettivo diventa massimizzare il pubblico, c’è il rischio di progetti più omologati per adattarsi a gusti ampi e globali, con meno spazio per sperimentazioni legate a un hardware specifico.

Rivivere le console war? Solo nel passato

Per chi sente nostalgia dei tempi in cui bastava un annuncio di esclusiva per incendiare i forum, l’unica opzione è guardare indietro. Le console war appartengono alla storia recente del gaming e oggi sopravvivono solo nei ricordi o riscoprendo vecchie piattaforme come PS3 e Xbox 360.

Il presente e il futuro sono fatti di ecosistemi aperti, dove il marchio sulla scatola conta meno della possibilità di giocare insieme. Che piaccia o meno, PlayStation e Xbox hanno deciso di ridurre la competizione diretta per concentrarsi su un obiettivo comune: vendere di più, ovunque sia possibile.

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