Quando si parla di Final Fantasy XIII, la prima cosa che viene in mente a molti fan è una parola: delusione. Lanciato nel 2010 come punta di diamante della saga su PlayStation 3 e Xbox 360, doveva essere il titolo che ridefiniva i JRPG per la nuova generazione. E invece, si è ritrovato schiacciato sotto il peso delle aspettative, tra accuse di linearità, trama confusa e una libertà di gioco praticamente inesistente. Ma a quindici anni di distanza, la domanda è lecita: FFXIII era davvero così terribile, o semplicemente non era il gioco che volevamo in quel momento?
Lineare, sì. Ma era davvero un problema?

Se c’è una critica che ha definito l’identità di Final Fantasy XIII, è quella della struttura a corridoio. Per ore e ore, tutto quello che fai è avanzare lungo percorsi stretti, senza possibilità di esplorazione, senza città, senza NPC da interagire. Il mondo di Cocoon ti spinge in avanti come un binario, e fino a Gran Pulse (capitolo 11 su 13!) non c’è modo di fermarsi a guardarsi intorno.
Eppure, se ci pensi bene, anche Final Fantasy X aveva una struttura simile. Solo che lì non ci abbiamo fatto troppo caso. Forse perché in FFX le città e i dialoghi rendevano tutto più “vivo”, o forse perché eravamo pronti a seguire quella storia. FFXIII invece ci chiedeva di accettare un’esperienza guidata, quasi cinematografica. E noi, onestamente, non eravamo pronti.
Oggi, in un’epoca di open world sovraccarichi e mappe inutilmente gigantesche, l’idea di un RPG focalizzato, che non ti fa perdere tempo, potrebbe anche essere una boccata d’aria fresca. Certo, all’epoca sembrava una bestemmia. Ma forse il problema non era la linearità in sé, quanto il fatto che non ce lo aspettavamo da Final Fantasy.
Trama criptica o lore ambiziosa?
Parliamoci chiaro: fal’Cie, l’Cie, Focus, Cie’th… chi cavolo ci ha capito qualcosa al primo giro?
FFXIII aveva una lore costruita con grande ambizione, ma la raccontava male. O meglio: la nascondeva dietro a un database (il Datalog) da leggere nei menu. Se volevi capire perché Lightning stesse combattendo, o come funzionasse Cocoon, dovevi metterti lì e leggere.
E qui sta il punto: non è che la storia fosse brutta, ma era raccontata in modo poco accessibile. La sceneggiatura era lenta, i personaggi sembravano lamentosi, e molte informazioni chiave non venivano mai spiegate nei dialoghi. Risultato? Il giocatore medio si è perso, e ha mollato.
Oggi però, con le community online, i video lore recap, i thread su Reddit… rigiocarlo diventa un’altra storia. Puoi seguire meglio le dinamiche, apprezzare i personaggi e cogliere sfumature che prima ti erano sfuggite. La storia è sempre la stessa, ma sei tu ad essere cambiato. E magari adesso puoi apprezzarla per quello che è: un viaggio malinconico, introspettivo e pieno di temi come il destino, la ribellione e il sacrificio.
Lightning era un personaggio freddo… oppure solo avanti per i suoi tempi?
Altra polemica storica: “Lightning è insopportabile”, dicevano in tanti. Fredda, distante, senza empatia. Ma oggi la narrativa è un’altra: Lightning è diventata un’icona. La prima vera protagonista femminile forte e indipendente nella saga. Non è una “bella ragazza da salvare”, è una ex soldatessa che si prende la responsabilità di tutto sulle spalle. Una che non si piange addosso, che si evolve lentamente, e che non ti chiede il permesso per esistere.
Nel 2010 non era la protagonista che ci aspettavamo. Oggi è quella che molti riconoscono come tra le più complesse e sfaccettate dell’intera serie. E non è sola: Sazh, Fang, Vanille… tutti personaggi inizialmente sottovalutati, che oggi trovano spazio in analisi molto più mature. Soprattutto la relazione tra Fang e Vanille, che oggi viene letta apertamente come una love story queer delicata e coraggiosa per i tempi.
Il sistema di combattimento? Altroché auto-battle
Il combat system è un altro punto dove FFXIII è stato massacrato senza pietà. Il comando Auto-battle sembrava dire: premi X, guarda i personaggi combattere, fine. Ma se hai giocato oltre le prime ore, lo sai: il sistema di Paradigm Shift è una bomba.
Cambiare ruoli al volo, coordinare sinergie tra attacco, debuff, cura, gestione degli stagger… FFXIII ti spinge a pensare in tempo reale, a pianificare le transizioni, a studiare i pattern. E quando arrivi ai boss avanzati, diventa tutto tranne che semplice. Altro che “premi un tasto e vinci”.
Con il senno di poi, è uno dei sistemi di battaglia più dinamici e strategici mai visti in un Final Fantasy. Talmente efficace che ha influenzato diversi sistemi futuri, da XV fino a Remake.
La bellezza di Cocoon e Pulse: grafica e colonna sonora senza tempo
Ok, anche chi odiava FFXIII lo ammetteva: era bellissimo da vedere. Le ambientazioni di Cocoon – sospese, surreali, geometriche – sembravano dipinte a mano. Il character design era pulito, moderno, affascinante. E Pulse, quando finalmente lo esploravi, era uno spettacolo selvaggio che ti toglieva il fiato.
E poi c’è la colonna sonora di Masashi Hamauzu. Forse non iconica come i temi di Uematsu, ma elegantissima, potente, emozionante. Blinded by Light è entrata a far parte della storia della serie. The Promise, Dust to Dust, Fang’s Theme… sono brani che oggi vengono celebrati nei concerti sinfonici e riascoltati in loop dagli appassionati. Qui FFXIII ha vinto subito. E ha continuato a vincere.
Rigiocarlo oggi: conviene?
Sì, ma con qualche accorgimento.
Su PC (Steam) gira decentemente, ma ti servono le patch della community per sistemare risoluzione, frame rate e cutscene.
Su Xbox Series X|S, invece, è la miglior versione in circolazione: retrocompatibile in 4K, stabile, fluida. Se hai una console Microsoft, è il momento perfetto per (ri)provarlo.
Su PlayStation, purtroppo, niente da fare: il gioco è sparito dal radar. Nessuna versione PS4/PS5. Un mistero.
Il verdetto 2025: non era un brutto gioco, era un gioco frainteso
Final Fantasy XIII è stato il capro espiatorio perfetto per una serie che stava cambiando. Ha pagato il prezzo dell’innovazione, della voglia di sperimentare, della rottura con la tradizione. Ma il tempo ha fatto il suo lavoro. E oggi, a mente fredda, si può dire una cosa con certezza:
FFXIII non è il peggior Final Fantasy della serie. Non lo è mai stato.
È stato solo quello che non volevamo in quel momento. Ma ora che lo sappiamo, possiamo finalmente guardarlo per ciò che è: un titolo ambizioso, visivamente potente, con un combat brillante e una storia adulta. E se lo affronti con meno pregiudizi e più pazienza, può persino emozionarti.
Dopotutto, non è questo che dovrebbe fare un Final Fantasy?
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