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Gli americani e la censura nei videogiochi giapponesi: ecco la verità che non vogliono che tu sappia

Gli americani vogliono censurare i videogiochi giapponesi? (scopri cosa sta succedendo davvero)

5 mesi fa Commenta! 5
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Oggi parliamo di una questione che sta facendo molto discutere e che, senza mezzi termini, riguarda la censura dei contenuti giapponesi da parte delle grandi aziende di pagamento americane. Sembra quasi incredibile… Ma è esattamente quello che sta succedendo: colossi come Visa, MasterCard e PayPal stanno mettendo sotto pressione artisti, piattaforme di distribuzione di manga e contenuti per adulti, costringendoli a rivedere i loro modelli di business o addirittura a chiudere. Cerchiamo di capire meglio questa situazione, che ha implicazioni davvero pesanti per il futuro della creatività giapponese.

Contenuti in questo articolo
La censura finanziaria: un nuovo modo di controllare l’arteGli americani censurano i videogiochi giapponesi: l’impatto sui creatori giapponesiLibertà di espressione e il potere delle aziendeUna scelta difficile: piegarsi o resistere?

La censura finanziaria: un nuovo modo di controllare l’arte

Il cuore del problema è che le aziende di pagamento, ossia quelle carte di credito che tutti noi usiamo quotidianamente, stanno iniziando a rifiutare transazioni per contenuti che considerano “inadatti”. Non parliamo di contenuti illegali: stiamo parlando di opere d’arte, fumetti, manga e altri contenuti creativi che sono parte fondamentale della cultura giapponese. Questi giganti finanziari hanno deciso di esercitare una sorta di controllo morale, escludendo dai loro circuiti tutto ciò che, a loro dire, non rientra in standard accettabili.

Gli americani censurano i videogiochi giapponesi: l’impatto sui creatori giapponesi

Pensiamo a Melon Books, una piattaforma specializzata nella distribuzione di manga, inclusi quelli per adulti. Quando Visa e MasterCard hanno imposto restrizioni, Melon Books ha avuto un’enorme scelta da fare: adeguarsi alle richieste delle aziende di pagamento, oppure proseguire per la propria strada senza supporto finanziario. Melon Books ha scelto la seconda opzione, rifiutando di piegarsi a queste pressioni, anche se questo ha significato perdere una fonte di reddito sicura.

gli americani censurano i videogiochi giappones

E poi c’è la vicenda di Manga Library Z, un progetto fondato da Ken Akamatsu, celebre autore di “Love Hina”. Manga Library Z offriva manga spesso rari o fuori catalogo, permettendo agli autori di guadagnare tramite pubblicità. Dopo pressioni continue sui metodi di pagamento, la piattaforma ha dovuto chiudere, lasciando un vuoto enorme per tutti gli appassionati e per i creatori stessi.

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Libertà di espressione e il potere delle aziende

Yoko Taro, autore di “NieR: Automata“, ha espresso forte preoccupazione su questo tema: il problema non si limita ai contenuti per adulti, ma coinvolge l’intera industria creativa giapponese. Se Visa, MasterCard e PayPal hanno il potere di decidere cosa sia “accettabile” e cosa no, stiamo parlando di un serio rischio per la libertà d’espressione. Se le aziende di pagamento possono controllare cosa viene finanziato, si aprono scenari inquietanti per il futuro di ogni creatore che voglia pubblicare contenuti fuori dagli schemi.

Una scelta difficile: piegarsi o resistere?

Piattaforme come Patreon e Pixiv hanno dovuto adattarsi. Patreon ha deciso di eliminare completamente i contenuti per adulti, mentre Pixiv, dedicata all’arte giapponese, ha subito pressioni simili. Ma non tutti sono disposti a rinunciare alla propria integrità creativa.

Quello che sta accadendo è un vero e proprio scontro di valori: da un lato la libertà di espressione e la cultura artistica, dall’altro le esigenze delle aziende di pagamento che preferiscono eliminare il rischio di controversie piuttosto che sostenere la creatività.

La vicenda di Manga Library Z e di altre piattaforme ci fa riflettere su quanto il potere delle aziende finanziarie possa influenzare la nostra cultura e la nostra capacità di esprimerci liberamente. Ken Akamatsu ha dichiarato che spera che questa storia possa sensibilizzare il pubblico su questo tema e spingere ad azioni concrete per proteggere la libertà creativa.

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E tu, cosa ne pensi di questa situazione? Sei preoccupato per il futuro dei contenuti creativi giapponesi? Facci sapere la tua opinione nei commenti e non dimenticare di seguirci per rimanere aggiornato su questi temi. Se ti fa piacere, lascia un like e condividi questo articolo per supportare il canale e far conoscere questa realtà!

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