Dopo anni di attesa e silenzi impenetrabili da parte di Team Cherry, Hollow Knight: Silksong è finalmente arrivato su PC, PS5, Xbox e Nintendo Switch, con debutto anche su Switch 2. La sensazione generale è chiara: non è un sequel costruito sul riciclo, ma un’esperienza che osa cambiare. Le prime ore mostrano un gioco più veloce, più reattivo e con meno frustrazioni. L’hype era enorme e il rischio di bruciarsi dietro l’angolo, ma le prime impressioni dimostrano che Silksong non è affatto overhyped, anzi ha tutte le carte in regola per superare l’originale.
Hornet come protagonista cambia tutto
Se il Cavaliere era un guscio silenzioso, Hornet è l’opposto: parla, interagisce, prende decisioni. Questo da solo basta a rivoluzionare la narrativa. Non sei più costretto a subire i dialoghi dei PNG, ora puoi fare domande e costruire rapporti. Ma la vera svolta è sul piano del gameplay. Hornet è veloce, scatta come un ninja, piazza trappole, lancia coltelli, si arrampica con agilità e riesce persino a curarsi in aria. Giocare con lei significa muoversi in modo fluido e affrontare i combattimenti con un ritmo completamente diverso. Già dalle prime ore la differenza è lampante: non sei più un viaggiatore incerto ma un predatore agile che detta il passo.

Pharloom, un regno intriso di religione
L’ambientazione non poteva che cambiare. Pharloom è un regno segnato da un culto che venera la seta come dono divino. Hornet viene catturata proprio per questo legame con la seta, ma la fuga segna l’inizio di un’avventura che ha i tratti del mistero. Ogni zona è densa di simbolismi religiosi e ogni incontro sembra suggerire che gli abitanti stessi non abbiano tutte le risposte. È una terra che vive di rituali, di fede e di contraddizioni, diversa da Hallownest ma altrettanto magnetica. Qui la narrativa non è lineare, va ricostruita pezzo dopo pezzo, e questa scelta mantiene costante la curiosità.
Un mondo più vivo e immersivo
Uno degli aspetti che colpisce subito è la fisicità del mondo. Nel primo Hollow Knight sembrava di camminare su un quadro animato, bellissimo ma distante. In Silksong il mondo reagisce: rocce che cedono, polvere che si solleva, muschio che si schiaccia sotto i piedi. Ogni dettaglio aggiunge realismo. A questo si unisce la maggiore agilità di Hornet, che ottiene lo sprint quasi subito e trasforma ogni area in un terreno di sperimentazione. Questa combinazione di fisicità e fluidità rende l’esplorazione meno statica e più coinvolgente, come se il gioco avesse fatto un salto di generazione pur restando fedele allo stile bidimensionale.
Rosary Beads al posto del Geo
La valuta non è più il Geo ma i Rosary Beads, che si raccolgono più rapidamente e possono essere protetti grazie a stringhe speciali che impediscono di perderli alla morte. Un dettaglio che cambia radicalmente l’approccio all’economia di gioco. Non sei più terrorizzato dall’idea di perdere tutto dopo una sconfitta, puoi accumulare risorse e pianificare gli acquisti con più serenità. Questo incoraggia l’esplorazione e riduce la frustrazione, senza però eliminare del tutto il rischio. Un equilibrio ben studiato che mostra la volontà di Team Cherry di mantenere la tensione ma senza punire eccessivamente.
Boss più intensi e meno frustrazione
Un altro cambiamento decisivo è la gestione dei boss. Non ci sono più corse infinite dopo ogni morte: i punti di salvataggio sono vicini agli scontri principali. Questo permette di provare, fallire e imparare senza perdere tempo, e al tempo stesso consente agli sviluppatori di alzare la difficoltà. I boss hanno più fasi, più colpi e persino meccaniche segrete che, se scoperte, possono portare a vittorie lampo. È un design che richiama i Soulslike per complessità, pur restando ancorato al DNA metroidvania. Il risultato è un’esperienza che stimola e punisce in modo giusto, senza mai sfociare nella frustrazione gratuita.
Side quest e PNG che aiutano
Le missioni secondarie assumono la forma di “wishes”, richieste che possono portare denaro o upgrade permanenti. Alcune sembrano opzionali ma si rivelano fondamentali per sbloccare nuove aree o abilità. La vera sorpresa sono i PNG alleati: in alcuni casi puoi portarli con te in battaglia contro i boss. Non rendono il gioco facile, ma aprono nuove strategie e arricchiscono l’esperienza. È un tocco che aggiunge varietà e rende Pharloom meno solitario rispetto ad Hallownest.
Il sistema dei Charms rivisitato
Il vecchio sistema dei Charms lascia spazio a una nuova struttura con categorie distinte. Offensivi, difensivi e di utilità costringono a scelte precise, con slot limitati che ti obbligano a costruire una build personalizzata. Non tutti sono convinti, soprattutto chi apprezzava la libertà del primo gioco, ma resta il fatto che la varietà spinge a sperimentare e a pensare in termini di build. È uno dei pochi aspetti su cui i pareri sono più divisi, ma è chiaro che la volontà era quella di rendere la progressione più tattica.
Durata e prospettive
Quanto dura Silksong? Le prime impressioni parlano di 25-30 ore, ma le stime più realistiche dicono 40 ore per la campagna principale e fino a 100 ore per completare tutto. Una mole di contenuti che supera di molto il concetto di sequel “minore”. Al lancio il gioco ha registrato oltre 500.000 giocatori contemporanei su Steam, numeri che hanno mandato in tilt gli store digitali. Un traguardo che dimostra quanto la community aspettasse questo capitolo. Team Cherry ha già confermato che arriveranno DLC post-lancio, segno che Pharloom continuerà a crescere.
Un sequel che alza l’asticella
Alla prova dei fatti Hollow Knight: Silksong non solo regge l’hype, ma lo trasforma in sostanza. Hornet è una protagonista carismatica e veloce, Pharloom è un mondo vivo e misterioso, i boss sono intensi ma meno frustranti grazie ai salvataggi ravvicinati, la nuova economia con i Rosary Beads riduce l’ansia da perdita, e i PNG alleati portano varietà. L’unica vera riserva riguarda il nuovo sistema dei Charms, che divide i fan, ma non basta a sminuire la qualità complessiva. È un sequel che non si accontenta di ripetere la formula: la evolve, e lo fa con stile.
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