80 milioni contro poco più di 30. I numeri sembrano parlare chiaro: PlayStation ha stravinto la console war. Eppure, guardando più da vicino, il bilancio non è così netto. La PS5 domina il mercato, ma lo fa con una certa pigrizia, mentre Xbox sembra aver abbandonato la gara, trovando una nuova identità multipiattaforma. Il risultato? Un’industria meno competitiva, meno brillante e sempre più concentrata sull’“ecosistema” piuttosto che sui giochi.
I numeri non mentono (ma non bastano)
Secondo gli ultimi report finanziari, Sony ha venduto oltre 80 milioni di PS5 entro il secondo trimestre del 2025 (TechRadar).
Nel frattempo, Xbox Series X/S si ferma a circa 30 milioni di unità. Microsoft da tempo ha smesso di comunicare dati ufficiali, segno che il confronto diretto non è più una priorità.
Fin qui sembrerebbe tutto semplice: PS5 stravince, Xbox perde. Ma la verità è più sfumata.
Xbox si ritira (e porta i giochi su PS5)
Invece di combattere, Microsoft ha cambiato le regole del gioco. I titoli Xbox vengono pubblicati anche su PS5 e vendono perfino meglio lì che sulla console di casa. È successo con Hellblade II, ed è solo uno dei tanti esempi.
Lo studio Ninja Theory, parte degli Xbox Game Studios, ha dichiarato pubblicamente che la versione migliore del loro gioco è su PS5 Pro.
Siamo ufficialmente nel post-console-war. Xbox ha scelto di spingere il Game Pass, distribuendo i giochi ovunque, abbandonando l’esclusività come leva strategica.
PlayStation vince… e si siede
E Sony? Da vincitrice, ha deciso di rallentare. Pochi giochi davvero esclusivi, tante chiacchiere sui live service e una sensazione di déjà-vu continuo. Titoli come Spider-Man 2, God of War Ragnarok e Returnal hanno brillato, ma si contano sulle dita di una mano.
Nel frattempo, Naughty Dog ha perso anni dietro a un multiplayer di The Last of Us mai uscito, mentre Sony ha chiuso studi come Firewalk e accantonato progetti costosi come Fairgames. La strategia live service sta facendo acqua da tutte le parti, e le grandi storie single player che hanno reso celebre il marchio PlayStation sembrano sempre più rare.
Una vittoria a metà
Sony oggi controlla una fetta enorme del mercato. I dati lo dicono chiaramente: quasi tutti i giochi multipiattaforma vendono meglio su PS5. Mafia: The Old Country ha registrato il 48% delle vendite totali proprio su PS5. Anche Doom e Call of Duty, pur essendo prodotti Microsoft, vendono di più sulla console rivale (Windows Central).
Ma proprio perché non ha più rivali, Sony ha smesso di osare. L’identità PlayStation si è annacquata. Meno idee, meno rischio, più contenuti pensati per “ottimizzare il tempo giocato”, non per emozionare.
Chi ha perso davvero? I gamer
Nel boom dei numeri, chi ci ha rimesso è il giocatore. Senza concorrenza vera, il mercato si è seduto. Le idee fresche sono rare, l’innovazione è rallentata, e i giochi live service sembrano un obbligo, non una scelta.
La mancanza di sfida ha tolto entusiasmo anche ai fan più fedeli. Un tempo la guerra delle console era alimentata dalla passione: chi offriva l’esclusiva più pazza, il gameplay più innovativo, la campagna più epica. Oggi siamo al “gioca dove vuoi, tanto è tutto uguale”.
E il futuro?
Ci sarà una PS6? Probabile. Ma con quali promesse?
Ci sarà un’altra Xbox? Forse, ma come piattaforma di gioco universale più che console standalone.
Nel frattempo, il PC e il cloud avanzano, cambiando le regole del settore.
La console war è finita. Ma più che una vittoria, sembra una tregua. E non è detto che ci stia facendo bene.
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