Dodici anni dopo il lancio, la PlayStation 4 sta per entrare ufficialmente nella sua fase finale di vita. Non si parla solo di nuove produzioni che non arriveranno più sulla console, ma di un progressivo ritiro del supporto da parte di publisher e sviluppatori. Una transizione che scatena reazioni contrastanti tra i giocatori. C’è chi applaude alla fine del cross-gen e chi teme che la propria libreria digitale diventi, di fatto, un ricordo inaccessibile.
Un addio annunciato
Secondo quanto riportato da diverse testate di settore e discusso apertamente dal creator DreamcastGuy, il 2026 segnerà un punto di svolta. Molti titoli live service e online smetteranno di essere supportati su PS4. Non è un annuncio improvviso: già da tempo i publisher segnalavano limiti tecnici e l’esigenza di concentrarsi su hardware più recente. Ora la PlayStation 5 ha superato i 78 milioni di unità vendute e la cosiddetta regola del 70 su 30 è scattata. Tradotto, quando circa il 70 per cento dell’utenza attiva si sposta sulla nuova generazione, è il momento di abbandonare la vecchia.
PlayStation 4 come capsula del tempo
Il destino della console sembra già scritto. Come accaduto per PS3, lo store e le funzioni di download resteranno attivi finché i server lo permetteranno. Potrai accendere la console, scaricare i giochi acquistati e giocarli offline. Ma non aspettarti nuovi contenuti o aggiornamenti. La PS4 diventerà una sorta di capsula del tempo, un sistema fermo al giorno in cui il supporto si interromperà. Questa condizione, chiamata abandonware, segna il passaggio da piattaforma attiva a dispositivo per nostalgici.
I giganti del live service si preparano a voltare pagina
I segnali sono già chiari. Final Fantasy XIV ha già fatto un passo simile in passato, chiudendo il supporto su PS3. Genshin Impact soffre tempi di caricamento pesantissimi su PS4 e HoYoverse punta sempre di più su PS5 e mobile di nuova generazione. Fortnite non ha ancora fissato una data di addio, ma la sua storia su altre piattaforme suggerisce che la decisione arriverà quando la base utenti attiva scenderà sotto una certa soglia.
Per questi titoli, abbandonare la PS4 significa liberarsi di vincoli tecnici e offrire contenuti più complessi su piattaforme moderne. Per i giocatori che non possono o non vogliono passare alla nuova generazione, significa invece la perdita di uno spazio di gioco quotidiano.
Questione di costi e numeri
C’è chi pensa che mantenere attivo lo store PS4 sia economico. In realtà, anche senza sviluppo di nuovi giochi, ci sono costi legati ai server, alla sicurezza e alle licenze. Per un publisher, investire su un’infrastruttura che serve una fetta sempre più piccola di giocatori diventa difficile da giustificare. È una logica aziendale che può sembrare fredda, ma che si ripete a ogni cambio generazionale.
La fine del cross-gen
Molti sviluppatori non vedono l’ora di lasciarsi alle spalle l’era cross-gen. Realizzare giochi che funzionino su PS4 e PS5 contemporaneamente impone compromessi grafici e tecnici. Senza dover più ottimizzare per hardware del 2013, i team possono concentrarsi su progetti pensati per sfruttare appieno le capacità delle nuove console.
Alcuni giocatori, però, vedono questa transizione con sospetto. Temono che il passaggio non porti reali miglioramenti in termini di qualità o contenuti, ma solo più titoli live service mascherati da novità.
Un problema di accessibilità economica
Un altro aspetto centrale è il costo per i consumatori. Non tutti possono permettersi una PS5 e nuovi giochi a 70 euro. Per molti, i titoli free-to-play su PS4 sono un’alternativa accessibile per continuare a giocare. La fine del supporto rischia di escludere proprio questa fascia di utenza, spingendola verso altre piattaforme più economiche come il mobile.
La nostalgia che pesa
Per chi ha vissuto il lancio di PS4, l’idea di vederla uscire di scena ha anche un impatto emotivo. DreamcastGuy racconta di quando la comprò al day one, delle file al lancio e delle prime partite. In dodici anni la console ha visto nascere e crescere saghe, ha ospitato centinaia di esclusive e ha segnato un’epoca. Pensare che possa diventare solo un soprammobile con il logo PlayStation fa un certo effetto.
Un salto generazionale più netto del previsto
Guardando i numeri, il passaggio da PS4 a PS5 è stato più rapido di quanto molti si aspettassero. Se davvero il 70 per cento della base attiva è già su PS5, significa che i nuovi giochi vendono molto meglio sulla console attuale e che l’interesse verso PS4 si sta esaurendo. Considerando che la produzione di un titolo tripla A può richiedere cinque o sei anni, i team stanno già pianificando progetti che vedremo direttamente su PS6.
E la prossima generazione?
C’è chi crede che il ciclo tradizionale delle console stia rallentando e che PS6 potrebbe durare più a lungo, con supporto garantito anche a PS5 per buona parte della sua vita. L’idea di arrivare a una PS7 sembra lontana e per alcuni improbabile, soprattutto ora che le migliorie grafiche iniziano a dare ritorni sempre più marginali. Se questa tendenza si confermerà, la PS5 potrebbe diventare una piattaforma duratura, con aggiornamenti graduali invece di un taglio netto come quello che sta subendo PS4.
Cosa resta da fare per i giocatori PS4
Per chi ha una PS4, il consiglio è semplice: assicurati di avere copie fisiche o download locali dei tuoi giochi preferiti. Finché i server resteranno attivi potrai riscaricarli, ma con il passare del tempo alcune funzioni online e aggiornamenti potrebbero sparire. Segui le comunicazioni ufficiali dei publisher per sapere quali titoli perderanno il supporto e quando.
Se stai pensando di passare a PS5, i prossimi mesi potrebbero essere il momento giusto. Con la fine del cross-gen, le esclusive next-gen inizieranno a essere più frequenti e il mercato dell’usato PS4 perderà valore.
Un addio che segna la fine di un’era
La PlayStation 4 ha venduto oltre cento milioni di unità ed è stata una delle console più amate della storia. Ha vissuto un ciclo di vita lungo, con un supporto che ha resistito per più di un decennio. La sua uscita di scena è naturale, ma lascia spazio a riflessioni su come il mercato gestisce la fine di una piattaforma e su cosa significhi oggi possedere una console in un’epoca dominata da giochi connessi e servizi online.
Il futuro è già qui per PS5 e, a breve, per PS6. Ma per milioni di giocatori, la PS4 resterà un simbolo di un periodo in cui PlayStation ha saputo unire tecnologia e creatività, diventando parte della vita quotidiana di intere generazioni.
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