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Lettura: PlayStation Classic: perché è stato un fallimento clamoroso? (Sony ha sbagliato tutto)
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PlayStation Classic: perché è stato un fallimento clamoroso? (Sony ha sbagliato tutto)

PlayStation Classic avrebbe potuto essere un successo, ma tra scelte discutibili e un'emulazione scadente si è trasformata in un flop. Ecco cosa è andato storto.

3 mesi fa Commenta! 6
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Sony, con la sua PlayStation Classic, ha provato a cavalcare il trend delle mini console lanciato da Nintendo con NES e SNES Classic. Sembrava un’idea vincente: riproporre una delle console più amate di sempre in versione ridotta, con giochi preinstallati. Eppure, il progetto si è rivelato un fallimento colossale. Ma perché?

Contenuti in questo articolo
Il prezzo: Sony ha osato troppoUna selezione giochi discutibileUn’emulazione scandalosaUn effetto nostalgia mal sfruttatoUn mercato che non sentiva la mancanza dei 32-bitSony non ha mai creduto davvero nel progettoConclusione: un’occasione sprecata

Se il NES e lo SNES Classic sono andati a ruba, tanto da diventare introvabili sugli scaffali, la PlayStation Classic è rimasta invenduta, con il prezzo che è sceso a picco nel giro di pochi mesi. I motivi? Scelte sbagliate su tutta la linea: libreria giochi deludente, emulazione scarsa e un prezzo di lancio fuori mercato. Analizziamo nel dettaglio tutto quello che è andato storto.

Il prezzo: Sony ha osato troppo

Il primo problema della PlayStation Classic è stato il prezzo di lancio: 100 dollari. Troppo, se consideriamo che il NES Classic costava 60$, lo SNES Classic 80$ e il Mega Drive Mini appena 80$. A livello di costo per singolo gioco, la PlayStation Classic proponeva 20 titoli a 5$ l’uno, mentre il NES Classic offriva 30 giochi a circa 2$ ciascuno.

Il problema non era solo il prezzo in sé, ma il rapporto qualità-prezzo. Se spendere 100$ per una Ferrari è un affare, pagarli per una console mal riuscita è tutta un’altra storia.

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Una selezione giochi discutibile

Uno degli aspetti più deludenti della PlayStation Classic è stata la scelta dei giochi preinstallati. Titoli iconici come Crash Bandicoot, Spyro the Dragon, Tomb Raider e Castlevania: Symphony of the Night erano del tutto assenti. Mancavano anche Gran Turismo, Wipeout e Ape Escape, tutti giochi che hanno definito l’epoca PlayStation.

C’erano certo alcuni classici come Final Fantasy VII, Metal Gear Solid e Resident Evil, ma la selezione complessiva lasciava perplessi. Sony ha scelto titoli che non rappresentavano appieno l’epoca della PS1, mentre Nintendo ha sempre puntato sulle pietre miliari delle sue console.

E poi c’era un problema ancora più grande: la varietà tra le versioni regionali. Alcuni giochi erano disponibili solo in certe aree geografiche, creando ulteriore confusione tra i fan.

Un’emulazione scandalosa

Il vero punto debole della PlayStation Classic è stato però l’emulazione. Sony, invece di sviluppare un software di emulazione proprietario, ha utilizzato un emulatore open-source senza ottimizzarlo. Il risultato?

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  • Problemi di frame rate
  • Audio incoerente
  • Grafica mal scalata
  • Assenza di filtri grafici
  • Nove giochi nella versione PAL (più lenti del 20%) su una console NTSC

Questo ha reso alcuni giochi quasi ingiocabili, con rallentamenti inesistenti sulle versioni originali. Insomma, la PlayStation Classic non solo non ha migliorato l’esperienza dei giochi PS1, ma l’ha peggiorata.

playstation classic - erste verkaufszahl aus japan _ gamerscheck

Un effetto nostalgia mal sfruttato

Nintendo ha sempre fatto leva sulla nostalgia, rendendola parte integrante del suo business. Titoli classici vengono riproposti su nuove piattaforme, arricchiti da remake, amiibo e versioni digitali.

Sony, invece, ha trascurato la sua storia. Lo abbiamo visto con il fallimento di PlayStation All-Stars Battle Royale (un tentativo di copia di Smash Bros. senza la stessa cura) e con la PlayStation Classic, che sembrava un progetto sviluppato senza passione e senza amore per il proprio passato.

Un mercato che non sentiva la mancanza dei 32-bit

Un altro aspetto da considerare è che, mentre i giochi a 8 e 16 bit hanno uno stile grafico senza tempo, i titoli PS1 hanno invecchiato male. I primi esperimenti di gaming 3D hanno prodotto controlli legnosi e texture grezze, elementi che non suscitano la stessa nostalgia dei giochi in pixel-art.

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Ha costruito una PS4 portatile da zero. E non è una mod qualsiasi

Non è un caso che i giochi rétro di successo oggi si ispirino all’epoca 8 e 16-bit (Shovel Knight, The Messenger, Stardew Valley), mentre di titoli ispirati alla grafica PS1 ce ne sono pochissimi.

Sony non ha mai creduto davvero nel progetto

Nintendo ha realizzato NES e SNES Classic con cura e attenzione. Ogni dettaglio, dalla selezione dei giochi all’interfaccia utente, era pensato per offrire un’esperienza autentica e di qualità.

Sony, invece, ha trattato la PlayStation Classic come un semplice prodotto commerciale, senza la minima attenzione ai dettagli. L’assenza di un’interfaccia accattivante, la scarsa qualità dell’emulazione e la scelta dei giochi raffazzonata dimostrano che il progetto è stato sviluppato in fretta e senza convinzione.

Conclusione: un’occasione sprecata

La PlayStation Classic avrebbe potuto essere un successo, proprio come NES e SNES Classic. Aveva tutto il potenziale per diventare un must-have per i fan della PS1, ma Sony ha fatto errori su tutta la linea:

  • Prezzo iniziale troppo alto
  • Scelta di giochi discutibile
  • Emulazione di scarsa qualità
  • Mancanza di passione e attenzione ai dettagli

Non sorprende che, nel giro di pochi mesi, la PlayStation Classic sia diventata un fermaporta da 100 dollari. Un’occasione sprecata che dimostra ancora una volta come Sony fatichi a valorizzare la sua stessa storia.

E tu? Hai mai provato la PlayStation Classic? Che ne pensi di questo fallimento? Parliamone nei commenti!

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