Street Fighter 6 si prepara a ruggire ancora più forte. Con l’inizio della Stagione 3, in arrivo ad agosto 2025, Capcom ripesca uno dei suoi personaggi più iconici: Sagat, il Re del Muay Thai, pronto a tornare sul ring come nuovo DLC. Ma chi è davvero questo colosso bendato? E perché il suo ritorno è così importante per la community?
Un boss diventato leggenda

Sagat non è un semplice personaggio: è la storia vivente di Street Fighter. Quando apparve per la prima volta nel 1987, era il boss finale del primo capitolo. Alto, minaccioso, con quella cicatrice gigantesca sul petto — ricordo indelebile dello scontro con Ryu — Sagat ha incarnato fin da subito il concetto stesso di “sfida impossibile”.
Poi è tornato in Street Fighter II, questa volta giocabile, diventando uno dei personaggi più amati (e temuti) dai fan della vecchia scuola. La sua combo letale di proiettili e uppercut devastanti ha segnato un’epoca.
Le sue mosse? Un incubo per chi salta troppo
Il moveset di Sagat è una lezione di controllo dello spazio. Niente acrobazie o mixup da giocolieri: Sagat è un muro armato fino ai denti, perfetto per chi ama tenere a bada l’avversario con fuoco e ginocchiate.
- Tiger Shot: il classico proiettile, sia alto che basso. Una trappola mentale prima che tecnica.
- Tiger Uppercut: la risposta definitiva ai salti. Un anti-aereo che ha fatto piangere generazioni.
- Tiger Knee: ginocchiata in avanti per spezzare la distanza e spingere all’angolo.
E sì, nel corso degli anni si è evoluto, ma senza mai perdere la sua identità. Se Ryu e Ken si sono adattati ai tempi, Sagat è rimasto fedele alla vecchia scuola. E questa coerenza gli ha garantito un rispetto assoluto da parte della scena competitiva.
Dal ban ai tornei alla rinascita in SFIV
Se pensi che sia solo un tank lento, preparati a ricrederti. Nella versione “Old” di Street Fighter II Turbo, Sagat era talmente forte da essere bannato nei tornei ufficiali. Il suo Tiger Uppercut in quella versione faceva un danno da infarto — un colpo singolo da mezza barra — e i suoi proiettili avevano una frame data talmente aggressiva da renderlo praticamente impenetrabile.
Poi è arrivato Street Fighter IV, e Sagat è tornato di prepotenza nella scena competitiva. Giocatori leggendari come Ryan Hart e Bonchan hanno portato il personaggio ai massimi livelli, dimostrando che sì, anche un “colosso da zona” può essere elegante, reattivo e tecnico. In particolare, il cara Tiger Uppercut, una tecnica avanzata che consente di cancellare il movimento in avanti in uppercut istantaneo, è diventato il marchio di fabbrica dei main Sagat.
In Street Fighter 6: cosa ci aspetta?
Al momento Capcom ha solo mostrato un teaser della Season 3, ma bastano pochi frame per far drizzare le antenne. Sagat appare con il suo classico stile imponente, probabilmente più maturo ma sempre riconoscibile. Anche se il moveset completo non è ancora stato rivelato, c’è da aspettarsi il ritorno delle sue mosse storiche con qualche adattamento alle nuove meccaniche del gioco.
Sarà interessante capire come verrà integrato nel ritmo più veloce e verticale di SF6. Il Drive Rush cambierà il suo modo di controllare lo spazio? Rivedremo la trappola dei Tiger Shot? E soprattutto: tornerà il famigerato kara uppercut? I fan ci sperano.
Non per tutti
Sagat è uno di quei personaggi che sembra semplice… ma non lo è affatto. Certo, tiri due palle di fuoco e una ginocchiata, ma quando sei a distanza ravvicinata? Quando l’avversario ti sta addosso senza darti respiro? Lì si vede chi conosce Sagat davvero e chi no.
È un personaggio che premia la solidità mentale, il tempismo perfetto, la conoscenza del neutral. Un veterano che non si piega al meta, ma che chiede rispetto e pazienza per essere padroneggiato. Proprio come nel Muay Thai vero.
Il ritorno di un re
L’annuncio di Sagat come primo DLC della Season 3 non è solo fan service: è un segnale. Street Fighter 6 continua a guardare avanti, ma senza dimenticare le sue radici. E riportare sul ring uno dei suoi volti più iconici è un modo per dirlo forte e chiaro.
Preparati, perché ad agosto torna uno dei più grandi. E se lo sottovaluti, ti ritrovi una ginocchiata in faccia e una cicatrice nuova sul petto.
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