Sette mesi di silenzio. Nessun tweet, nessuna roadmap, nessuna scusa. Poi, all’improvviso, Starfield riceve un aggiornamento. Ma non sperare in nuovi contenuti, pianeti da esplorare o un overhaul del gameplay: Bethesda ha deciso di mettere le mani… sul menu dello shop.
Sì, hai letto bene. Dopo quasi mezzo anno di attesa, l’unico intervento concreto riguarda il restyling della sezione “Creazioni” — ovvero il negozio interno dove si vendono i mod a pagamento. Per il resto: un paio di fix marginali, qualche ritocco al sorting delle missioni, sistemata l’icona di un’armatura. Applausi (ironici).
Lo stato attuale: un gioco dimenticato (ma monetizzato)
L’aggiornamento, disponibile solo su branch beta, è l’ennesima conferma di quello che ormai è evidente a tutti: Starfield non è più un gioco in via di sviluppo. È un prodotto in modalità ricavo passivo. Bethesda lo tiene in vita quel tanto che basta per spremere ancora qualche dollaro da chi è rimasto.
Il focus? Far funzionare bene lo store. E poco importa se il bilanciamento fa acqua da tutte le parti, se l’endgame è rotto, se la progressione è sbilanciata. Problemi tuoi. O meglio, problemi… dei modder.
Perché ora funziona così: Bethesda rilascia un gioco monco, i modder lo rattoppano, e tu paghi. Ecco il capolavoro del Creation Club 2.0: creare un problema, lasciarlo lì, e venderti la soluzione sotto forma di mod a pagamento.
Watchtower: la mod che umilia l’espansione ufficiale
Vuoi un esempio? Watchtower è una delle Creazioni più famose: costa 10 dollari e offre tutto ciò che avresti voluto da un DLC ufficiale. Missioni scritte bene, voice acting, nuove fazioni, attacchi orbitanti alla Helldivers 2 e perfino cutscene.
È fatta da un modder, non da Bethesda. Ma ha più contenuti, più idee e più personalità di Shattered Space, l’espansione venduta a 30 euro e completabile in 4 ore scarse. E no, non è un’esagerazione: lo stesso Luke Stephens (creator da milioni di visualizzazioni) ha raccontato di aver finito il DLC per sbaglio, credendo di essere ancora nel prologo.
Le reazioni? Prima lo hanno insultato (“L’hai rushato!”), poi — uno dopo l’altro — hanno iniziato a cancellare i loro commenti quando si sono resi conto che aveva ragione. Finale amaro.
Quanto guadagna Bethesda dalle Creazioni?
Il sistema è semplice. I mod a pagamento sono venduti direttamente nel gioco. Il guadagno viene diviso più o meno così:
- 40% a Bethesda Game Studios
- 30% alla piattaforma (Steam o Xbox)
- 30% al creatore del mod
Sì, hai capito bene. Tu paghi per migliorare il gioco che Bethesda non ha migliorato, e loro si prendono il 70%. Non male come business model.
E parliamo di mod che correggono problemi reali: bilanciamento delle armi, perma-death, difficoltà personalizzata, interfacce sistemate, perfino bug mai risolti. Tutto questo… a pagamento.
Comunicazione? Un miraggio
Bethesda nel frattempo continua a ignorare la community. L’ultimo messaggio pubblico è datato marzo 2025, in risposta a una richiesta di aggiornamenti. Il tono era il solito: “Stiamo lavorando su cose entusiasmanti, vi aggiorneremo quando sarà il momento”. Da allora? Il vuoto.
Emil Pagliarulo, narrative director, ha perfino cancellato il suo profilo su X (Twitter) dopo la valanga di critiche. Il problema non è solo tecnico, ma culturale: Bethesda non riconosce le critiche, non risponde alle obiezioni, evita i media più scomodi e rilascia interviste solo a testate “amiche”.
E quando lo fa? Frasi da manuale: “A qualcuno è piaciuto, ad altri un po’ meno”, “l’esplorazione in Starfield è diversa, e non tutti la capiscono”. Una masterclass di gaslighting.
Il porting PS5 e l’espansione 2: cosa succede ora?
Secondo le fonti citate nel video di Luke Stephens, Starfield avrà un’ultima resurrezione. Alla Gamescom 2025 potrebbero arrivare due annunci:
- Starfield: Complete Edition, porting per PlayStation 5 con dentro Shattered Space e la nuova espansione
- Seconda espansione, di cui non si sa nulla ma che sarà inclusa nel pacchetto completo a 80€
L’idea sarebbe replicare quanto già fatto con Indiana Jones and the Great Circle, rivelato prima per Xbox e poi portato (in sordina) su PS5 durante l’Opening Night Live.
Il tempismo è perfetto: due anni dalla release, chiusura del ciclo vita, cassa finale da parte degli utenti PlayStation, e poi tutti a pensare a Elder Scrolls VI.
E proprio Elder Scrolls VI…
La cosa più preoccupante è questa: se Starfield è stato il banco di prova di un nuovo modello economico, c’è da aspettarsi che lo stesso accada con TES6. Micro-patch, mod a pagamento, Creations Store, niente dialogo con la community.
Bethesda potrebbe aver deciso che il futuro non è nei giochi rifiniti, ma nei giochi monetizzabili. Giochi da vendere subito, sistemare dopo (forse), e lasciare ai modder l’onere di renderli decenti. A pagamento, ovviamente.
Alla fine, la verità è questa
Starfield non è stato un disastro. È stato qualcosa di peggio: una grande occasione sprecata. Aveva potenziale, idee, un universo intero da costruire. Ma si è trasformato in una macchina per vendere mod.
Se anche tu speravi che l’ultimo update sistemasse qualcosa di serio, mi spiace: Bethesda ha sistemato solo il negozio.
E quando un developer sistema prima lo shop del gameplay… sai che il viaggio è finito.
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