Il 7 agosto 2025 Donald Trump ha firmato un provvedimento dal titolo “Guaranteeing Fair Banking For All Americans”.
Un documento che, almeno sulla carta, punta a fermare quello che la sua amministrazione definisce “debanking politicizzato o illegale” e che, inaspettatamente, potrebbe avere un impatto diretto anche sull’industria videoludica.
Sì, perché nel mirino finiscono quelle pratiche con cui, negli ultimi anni, processori di pagamento come Visa e Mastercard hanno condizionato piattaforme come Steam o itch.io, spingendole a rimuovere o bloccare giochi legali ma ritenuti “offensivi” o “a rischio reputazionale”. Ora le regole potrebbero cambiare.
Cosa prevede l’ordine esecutivo

Il testo vieta a banche e fornitori di servizi finanziari di negare l’accesso ai propri servizi per motivi politici, religiosi o per la natura di un’attività legale.
Uno dei punti più discussi è l’eliminazione del concetto di “reputational risk” dai regolamenti: non potrà più essere usato per giustificare la chiusura di conti, la sospensione di pagamenti o la cessazione di collaborazioni commerciali.
Gli istituti avranno 180 giorni per modificare i Termini di Servizio, rimuovendo clausole discriminatorie. E se violano la norma? Potrebbero scattare indagini, multe e l’obbligo di ripristinare il servizio.
La storia della censura via pagamento
Negli ultimi anni Visa e Mastercard, controllando gran parte delle transazioni globali, hanno avuto un’influenza enorme sul digitale.
In ambito gaming, questo potere si è tradotto in pressioni su store e piattaforme, soprattutto quando si trattava di titoli adult-oriented.
Esempi concreti:
- Steam – Nel 2025 diversi sviluppatori indie hanno visto i loro giochi rimossi per via delle regole imposte dai processori, che vietano transazioni su contenuti ritenuti “patentemente offensivi” anche se legali.
- Itch.io e piattaforme minori – Minacce di interruzione dei pagamenti se non venivano rimosse determinate categorie di titoli.
Il risultato? Una sorta di censura indiretta, dove non è la legge a vietare un contenuto, ma il sistema di pagamento a impedirne la vendita.
Come l’EO può cambiare il quadro
Il provvedimento di Trump, pur non citando direttamente Visa e Mastercard, include la categoria di “altri fornitori di servizi finanziari” e fa riferimento al pagamento elettronico.
Questo significa che, se un gioco è legale, bloccarne le transazioni per motivi di “offensività” potrebbe essere interpretato come debanking illegale.
In pratica:
- Diventa più difficile per i processori negare i pagamenti verso giochi maturi o controversi.
- Gli sviluppatori potrebbero chiedere il reintegro del servizio.
- Multa o azioni legali per chi non si adegua.
Parallelamente, una proposta di legge in discussione vieterebbe alle società di carte di credito di bloccare i giochi con rating maturo, rafforzando l’effetto dell’EO.
Reazioni della community
La risposta del mondo gaming è stata immediata.
YouTuber come Vara Dark parlano di “svolta storica” per la libertà creativa. Su X, sviluppatori indie vedono la misura come una possibile salvezza contro le pressioni di gruppi come Collective Shout.
Su Reddit e nei forum di Steam si celebra la mossa come “la fine del bavaglio digitale imposto dai pagamenti”. Altri commentatori sottolineano come questo possa finalmente dare respiro agli studi più piccoli, spesso i più colpiti da queste restrizioni.
Limiti e incognite
Non è però un colpo di bacchetta magica:
- L’ordine si applica solo negli Stati Uniti.
- Non ha effetto retroattivo: i titoli già rimossi non torneranno automaticamente sugli store.
- I processori potrebbero trovare scappatoie, ad esempio motivando i rifiuti come “problemi di frode” anziché di reputazione.
- Un cambio di amministrazione potrebbe revocare tutto.
Un possibile cambio di era
Se applicato alla lettera, questo ordine esecutivo potrebbe riequilibrare i rapporti di forza tra piattaforme di gaming e giganti del pagamento, riportando il controllo dei contenuti alle leggi e non alle policy aziendali.
Non è detto che accada senza resistenze o cause legali, ma per molti creativi il messaggio è chiaro: la libertà di pubblicare giochi legali non può essere decisa da un algoritmo o da un reparto marketing.
E tu?
Pensi che questa mossa fermerà davvero la censura sui videogiochi, o i processori troveranno altre strade? Faccelo sapere nei commenti e seguici su Instagram per rimanere aggiornato su tutte le novità del mondo gaming.