Il ritorno della leggendaria crew hip hop nei videogiochi ha un retrogusto amaro. Sotto il beat, scoppia il caso Sweet Baby Inc.
Il Wu-Tang Clan torna a picchiare duro, ma stavolta lo fa con pad alla mano. Wu-Tang: Rise of the Deceiver, annunciato in pompa magna al Summer Game Fest e sul palco del tour d’addio del gruppo, è il primo videogioco dedicato alla crew dopo 25 anni di silenzio digitale. Ma mentre i fan alzano il volume, online esplode una polemica che non ha niente a che vedere con la musica.
La causa? Due parole: Sweet Baby Inc.
Un gioco, due realtà
A sviluppare il gioco è Brass Lion Entertainment, team indipendente con una missione ben precisa: creare universi narrativi centrati su personaggi e culture marginalizzate. Fin qui, tutto bene. Ma il pubblico si è accorto che nella stanza degli sceneggiatori c’era anche qualcun altro.
Non è stata Xbox a dirlo. Né Brass Lion. La notizia è uscita grazie a MasterofTheTDS, youtuber del canale Gothic Therapy, che da mesi analizza l’influenza (reale e percepita) di Sweet Baby Inc. nel panorama gaming.
Con un tweet secco e un video diretto, MasterofTheTDS ha mostrato un estratto in cui Evan Narcisse, senior writer del progetto, conferma che sia Kim Belair (fondatrice di Sweet Baby Inc.) sia Camerin Wild hanno collaborato al gioco come consulenti narrativi.
Chi è Sweet Baby Inc. (e perché fa tanto rumore)
Fino a pochi anni fa erano sconosciuti ai più. Ora Sweet Baby Inc. è al centro di uno dei dibattiti più tossici dell’industria: portano inclusività o rovinano la narrativa? Dipende da chi lo chiedi.
Kim Belair è nota per una frase piuttosto forte: “Se i reparti marketing non capiscono il valore della diversità, spaventali.” Letterale. Il video è pubblico, e da lì è iniziato un vero e proprio effetto domino di reazioni.
Camerin Wild, invece, è noto per aver detto durante un panel che lo scopo del suo lavoro è “bruciare l’industria videoludica fino alle fondamenta” per ricostruirla con storie più rappresentative. È provocazione? È reale? Sta di fatto che il tono ha acceso un campanello d’allarme tra chi teme una deriva troppo ideologica nella scrittura dei giochi.
Precedenti pesanti
Non è la prima volta che Sweet Baby Inc. viene associata a titoli discussi. Alcuni esempi?
- Suicide Squad: Kill the Justice League – titolo Rocksteady stroncato dalla critica e dai fan, con vendite sotto le aspettative e storytelling caotico.
- South of Midnight – lanciato con appena 1.400 giocatori su Steam, crollato a poche centinaia nel giro di settimane. Anche lì, Belair era nel team creativo.
La tendenza è evidente: quando il nome Sweet Baby Inc. appare nei crediti, il dibattito si infiamma.
Ma il Wu-Tang ci crede
Secondo la CEO di Brass Lion, Bryna Dabby Smith, Rise of the Deceiver prende ispirazione diretta da Angel of Dust, progetto cinematografico co-prodotto da Ghostface Killah e diretto da RZA. Il gioco promette combattimenti cooperativi in stile action, con i membri del Wu-Tang che donano poteri mistici ai giocatori per proteggere il quartiere.
“By the culture, for the culture,” ha detto Dabby Smith a The Verge. Il concept è forte, e l’identità hip hop si sente. Ma proprio questa dichiarazione ha acceso ulteriori dubbi: quanto c’è davvero del Wu-Tang nel progetto? E quanto è stato filtrato da consulenze esterne?
La comunità è divisa (e non da oggi)
C’è chi grida al sabotaggio ideologico, chi difende la diversità a spada tratta, chi semplicemente vorrebbe solo un bel gioco Wu-Tang senza discussioni politiche in mezzo.
I timori non sono infondati, soprattutto guardando il destino dei titoli recenti legati a Sweet Baby Inc. Ma è anche vero che Rise of the Deceiver ha ancora tutto da dimostrare. E potrebbe, finalmente, essere il progetto giusto per bilanciare cultura urbana, gameplay solido e storytelling inclusivo.
O almeno, questo è quello che spera chi ha già fatto partire il pre-order con le casse a palla.
Hai già visto il nostro speciale su South of Midnight e l’influenza di Sweet Baby Inc.? Scoprilo su Gamecast prima di farti un’idea definitiva.
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