Xbox sta affondando e, a quanto pare, Phil Spencer ha già pronto il salvagente. L’attuale CEO di Microsoft Gaming starebbe preparando l’uscita di scena dopo il lancio della prossima console, lasciando il timone a Sarah Bond. Ma quello che doveva essere un addio da eroe rischia di trasformarsi in una fuga dal disastro.
Phil Spencer si ritira (forse). Ma solo dopo la prossima Xbox
Nel pieno del peggior momento nella storia recente di Xbox, arriva la bomba: Phil Spencer potrebbe ritirarsi subito dopo il debutto della nuova generazione, previsto tra fine 2026 e inizio 2027. L’obiettivo? Bruciare sul tempo PlayStation 6 e salvarsi con un “paracadute dorato” multimilionario.
Il retroscena? Microsoft starebbe accelerando lo sviluppo della nuova console per evitare di finire nuovamente all’ombra di Sony. Ma dietro le quinte si sta già lavorando alla transizione di potere: Sarah Bond, attuale presidente di Xbox, sarebbe pronta a prendere il suo posto alla guida dell’intera divisione gaming.
Rare a pezzi, Perfect Dark cancellato, Everwild nel limbo

Nel frattempo, però, Xbox continua a perdere pezzi. Rare sarebbe stata praticamente smantellata, Perfect Dark dato per spacciato e Everwild ancora disperso nel nulla. Una lunga lista di progetti mai nati o abortiti in corsa. Ti ricordi Scalebound? Crackdown 4? Promesse su promesse, poi il silenzio.
E ora? Studios chiusi. Dipendenti licenziati. E un messaggio interno in perfetto stile aziendalese che suona più o meno così: “Avete fatto un ottimo lavoro… ora fate le valigie”.
Il grande fallimento di Game Pass
Al centro del disastro, secondo molti, c’è il Game Pass. L’idea era semplice (sulla carta): invece di venderti un gioco a 60 euro, ti si piazza un abbonamento da 10-20 euro al mese. Risultato? Entrate ricorrenti, utenti fidelizzati, spazio per giochi sperimentali. Un sogno. Peccato che sia esploso in faccia.
Secondo alcune stime non ufficiali, Game Pass si sarebbe fermato a 22-25 milioni di utenti attivi al mese, ben lontani dall’obiettivo iniziale di 100 milioni. E non parliamo nemmeno del tier più alto. Insomma: il piano non ha retto. Soprattutto quando hai giochi da centinaia di milioni da produrre e promuovere. Indiana Jones e compagnia bella non si finanziano con 20 euro al mese per utente.
Ma davvero serviva tutto questo?
Il problema, secondo DreamcastGuy (che ha fatto a pezzi Spencer nel suo ultimo video), non è solo nei numeri, ma nell’approccio. Xbox ha puntato tutto sulla FOMO da abbonamento: “Se non hai Game Pass, ti perdi qualcosa”. Ma quando quel “qualcosa” è Grounded o Pentiment, la gente si fa due conti. E ti molla.
C’è stato anche un periodo nero, in cui per mesi – se non anni – non usciva un singolo first-party di peso. E i pochi titoli disponibili? Corti, dimenticabili o mediocri. Eppure dovevi continuare a pagare per “non perdere nulla”.
Non è un caso che ora sempre più giochi Xbox finiscano anche su PlayStation. Serve liquidità. Serve vendere. E Game Pass, da piattaforma salvifica, è diventato un buco nero di risorse.
Sarah Bond eredita un disastro
Il passaggio di testimone non sarà indolore. Sarah Bond eredita una Xbox in crisi di identità: meno console vendute, sempre meno esclusive e un’utenza confusa. Microsoft sembra voler trasformare Xbox in una sorta di launcher PC multipiattaforma. Ma a quel punto: perché comprare una Xbox?
Il rischio è che, senza un cambio di rotta drastico, Xbox diventi irrilevante come hardware. Una piattaforma di servizi. Un’App. Non è necessariamente un male, ma per chi è cresciuto a pane e Halo, fa male.
E ora?
C’è chi chiede il licenziamento immediato di Spencer, senza bonus. C’è chi spera che Sarah Bond possa invertire la rotta. E poi ci sei tu: che magari vuoi solo sapere se i tuoi giochi preferiti avranno un futuro.
Il punto è questo: Xbox ha promesso tanto. Troppo. E ha mantenuto poco. Game Pass ha cambiato le regole del gioco, sì. Ma a forza di spingere abbonamenti e slogan, si è dimenticata la cosa più importante: i giochi veri. Quelli che restano.
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