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Alone in the Dark: un anno dopo, cosa non ha funzionato davvero?

Alone in the Dark delude al lancio: voti mediocri, problemi tecnici e tensione che non decolla. Scopri cosa non ha funzionato davvero nel reboot.

3 mesi fa
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C’era tanta attesa per il ritorno di Alone in the Dark, e per molti buone ragioni: un franchise storico, atmosfere da brividi, e un cast che includeva attori di peso come David Harbour e Jodie Comer. Ma ora che il gioco è uscito, il clima è cambiato. Recensioni tiepide, utenti delusi e vendite sotto le aspettative. Ma perché questo reboot ha fatto così fatica a imporsi?

Contenuti in questo articolo
L’horror c’è, ma non spaventaMeccaniche legnose e IA imbarazzanteBuone idee, realizzazione pigra?Il verdetto? Un’occasione mancata

L’horror c’è, ma non spaventa

Alone in the Dark

Uno dei punti più critici riguarda proprio quello che dovrebbe essere il cuore pulsante del gioco: la tensione. Alone in the Dark sembra più un thriller che un survival horror, e sebbene l’atmosfera sia ben costruita, manca quel senso costante di pericolo che dovrebbe tenerti incollato allo schermo.

Ti è mai capitato di giocare a un horror dove già dopo mezz’ora capisci tutto il ritmo del gioco? Ecco, è quello che succede qui.

Meccaniche legnose e IA imbarazzante

I combattimenti sono stati un altro grosso punto dolente per molti giocatori. Le animazioni legnose, l’intelligenza artificiale poco reattiva e una gestione delle armi poco intuitiva hanno reso alcune fasi frustranti più che spaventose. E il sistema di mira? Sembra uscito da un gioco di due generazioni fa.

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E quando inizi a combattere contro il gioco stesso invece che contro i mostri… qualcosa non torna.

Buone idee, realizzazione pigra?

Alone in the Dark

A onor del vero, non tutto è da buttare. L’ambientazione anni ’20 è affascinante, la colonna sonora funziona, e alcuni dialoghi sono ben scritti. Ma c’è un senso generale di “occasione sprecata”, come se il progetto fosse rimasto incastrato tra le ambizioni creative e un budget troppo stretto.

E questa sensazione è ancora più evidente se mettiamo Alone in the Dark a confronto con altri reboot riusciti, come Dead Space o Resident Evil 2. Il confronto non regge, purtroppo.

Il verdetto? Un’occasione mancata

I voti parlano chiaro: tra 5 e 6,5 su molti siti internazionali. Non una stroncatura totale, ma una media che non basta per risollevare un progetto ambizioso. Il pubblico voleva un ritorno in grande stile. Si è ritrovato con qualcosa che sembra più una demo estesa che un gioco completo.

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