Realizzare un videogioco non è solo un atto creativo: è un processo tecnico complesso, dove la figura del programmatore è centrale.
Se sei affascinato dal mondo del gaming e sogni di trasformare la tua passione in una carriera, probabilmente ti stai chiedendo: quali competenze servono per diventare programmatore di videogiochi? E, ancora più importante, perché queste competenze sono cruciali e come si possono acquisire?
Vediamolo insieme in modo chiaro, ma senza schemi rigidi.
Un ruolo chiave tra codice e creatività

Il programmatore di videogiochi è la mente tecnica che dà vita alle idee. Che si tratti di un platform 2D o di un open world realistico, ogni meccanica, movimento o interazione è costruita scrivendo codice. Senza di lui, un gioco resta solo un concept su carta. È il ponte tra l’immaginazione dei designer e l’esperienza reale del giocatore.
Le competenze essenziali
Conoscere i linguaggi di programmazione giusti
Il primo passo è imparare a programmare. I linguaggi più usati nel settore sono C++ (specialmente nei progetti AAA con Unreal Engine) e C# (molto diffuso con Unity). Python e JavaScript sono utili per prototipi, scripting o giochi più semplici. Questi linguaggi ti permettono di controllare ogni aspetto del gioco: dal movimento dei personaggi all’intelligenza artificiale, dalla gestione delle collisioni alla grafica.
Impararli è oggi più accessibile che mai: puoi partire da piattaforme gratuite di programmazione come freeCodeCamp, o con corsi di programmazione strutturati come il PuntoNet Formazione.
Usare i motori di gioco
Un motore di gioco è l’ambiente in cui tutto prende forma. Unity e Unreal Engine sono i due più popolari: il primo è perfetto per chi inizia e vuole lavorare sia in 2D che in 3D; il secondo è il punto di riferimento per giochi realistici e complessi. Entrambi offrono corsi ufficiali gratuiti per iniziare, che sono Unity Learn e Unreal Online Learning.
Godot, invece, è un motore open source più leggero ma in forte crescita: ottimo per prototipi o progetti indie.
Matematica e fisica applicata
Non bisogna essere geni della matematica, ma una buona base in algebra, trigonometria e fisica è necessaria per gestire dinamiche fondamentali: salti, movimenti, gravità, illuminazione, riflessioni, e altro ancora. In particolare, l’algebra lineare è alla base della grafica 3D. Se ti manca questa parte, puoi colmare le lacune sulla Khan Academy o con testi come 3D Math Primer for Graphics and Game Development.
Capacità di risolvere problemi
Nel ciclo di sviluppo di un gioco, i problemi sono inevitabili: bug, rallentamenti, comportamenti inattesi. Il buon programmatore sa come analizzare il codice, isolare il problema e trovare soluzioni eleganti ed efficienti.
Gestione del codice e collaborazione
Nei team, piccoli o grandi, la collaborazione è essenziale. Imparare ad usare strumenti come Git (per il versionamento del codice), Trello o le metodologie Agile ti permetterà di lavorare in modo ordinato e integrarti in qualunque progetto. Anche se sei un freelance o indie developer, sapere come organizzare il tuo flusso di lavoro fa la differenza.
Competenze trasversali che fanno la differenza
Il game developer non è solo tecnico. Deve anche capire il linguaggio dei designer, degli artisti e degli utenti. Avere sensibilità per il game design, leggere documenti tecnici come i GDD (Game Design Document), saper immaginare il flusso di gioco e contribuire con idee concrete è spesso ciò che distingue un buon programmatore da uno straordinario.
Allo stesso modo, saper comunicare, ascoltare i feedback e spiegare le proprie scelte tecniche è una competenza troppo spesso sottovalutata.
Come si diventa game developer oggi?
Università e accademie
Percorsi universitari in informatica o corsi specifici come quelli della Digital Bros Game Academy o del Politecnico di Milano offrono basi solide, ma richiedono anni di studio. Sono ideali se vuoi una formazione completa e mirata.
Autodidatta (sì, si può fare)
Molti programmatori di successo hanno imparato da soli, costruendo giochi e sperimentando. È un percorso che richiede molta autodisciplina, ma puoi iniziare con piccoli progetti su Unity, seguire tutorial su YouTube (come Brackeys o GameDevTV), e pubblicare su piattaforme come itch.io. Il tuo portfolio sarà il tuo biglietto da visita.
Bootcamp e community
I bootcamp intensivi possono darti una spinta in tempi brevi. Ma non sottovalutare il potere delle community: partecipa a una game jam, collabora a progetti open source, entra nei forum di settore.
Diversi percorsi, stessi obiettivi
Non esiste un’unica strada. C’è chi inizia creando mod per giochi esistenti, chi sviluppa app mobile, chi lavora in grandi studi e chi si dedica a progetti personali. Le skill cambiano, ma il punto comune resta: creare esperienze di gioco che funzionano e coinvolgono.
Che tu voglia costruire il prossimo “Hollow Knight” o lavorare a un tripla A, il viaggio comincia con il primo script.