Ok, lo abbiamo pensato tutti almeno una volta. Davanti a una chioma perfetta che ondeggia nel vento in stile Final Fantasy, oppure a quella roba pixelata che sembra un casco di plastica incollato alla testa: ma come li fanno i capelli nei videogiochi?
Spoiler: non è magia nera, ma ci va vicino. E sì, ci sono almeno tre modi diversi per creare chiome digitali. Alcuni realistici, altri da meme.
Metodo 1: Hair Cards – Il trucco da illusionista
È il metodo più usato nei giochi realistici, quelli con i personaggi che ti fissano negli occhi tipo “ciao, sono l’RTX”.
Si chiamano hair cards, e sono… delle strisce. Strisce 2D con texture trasparenti che simulano ciocche di capelli.
Ogni card può essere animata, influenzata dal vento, dalla fisica, da tutto. Ma di base, è un collage ben fatto.
Pro:
- Super realistico se ne usi tante
- Funziona anche in tempo reale
Contro:
- Pesante per la GPU
- Da vicino, se gestito male, si vede il trucco
Metodo 2: Mesh Hair – Il casco magico
Qui si va sul cartoon-style o comunque su stili più leggeri. Niente ciocche, niente trasparenze. Il capello è un unico blocco 3D, tipo casco di plastica modellato bene.
Perfetto per giochi colorati, veloci e stilizzati. E soprattutto, leggero da gestire.
Pro:
- Leggerissimo
- Stile coerente con giochi cartoon
Contro:
- Non realistico
- Zero dinamismo
Usato in: Fortnite, Overwatch, Zelda: Breath of the Wild
Metodo 3: Simulazione – Roba da PC da battaglia
Vuoi la verità? Questa roba si vede solo nei trailer o nei filmati pre-renderizzati.
La simulazione avanzata dei capelli usa motori tipo NVIDIA HairWorks o AMD TressFX.
Qui ogni capello è un’entità fisica. Ogni movimento è reale. E ogni frame è sudore della tua GPU.
Pro:
- Esteticamente spettacolare
- Realismo totale
Contro:
- Pesantissimo
- Poco usato nel gameplay vero (al massimo in cinematiche)
Usato in: Final Fantasy XV, alcune cutscene ultra HD di Tomb Raider Definitive Edition
Come si fanno davvero i capelli nei giochi? Step by step
Se sei curioso di sapere come si crea una chioma da zero, ecco il workflow tipo:
- Scultura iniziale della massa (ZBrush, Blender)
- Generazione di hair cards o mesh con tool come XGen (Maya) o Hair Tool (Blender)
- Texturing con mappe trasparenti, normal map e vari effetti
- Importazione nel motore di gioco (Unreal, Unity, ecc.)
- Setup fisica e shader: per farli muovere, reagire e non sembrare marmo
E poi test, test, test. Perché se i capelli glitchano, ti ritrovi con ciocche che attraversano le spalle come spade laser.
E nei giochi indie?
Qui spesso si va di scorciatoia: texture dipinte direttamente sul modello o mesh semplici. Lo stile conta più del realismo, e l’ottimizzazione è fondamentale.
E sai una cosa? Spesso funziona meglio di mille hair cards mal gestite. Less is more.
In sintesi: il capello perfetto non esiste (ma ci si avvicinano)
Dai tripla A ai progetti indie, i capelli sono uno degli elementi più tecnicamente insidiosi da gestire.
Per questo vediamo ancora oggi giochi nuovissimi… con pettinature da PS2.
La tecnologia migliora, ma tra performance, animazioni, shader e stile, trovare il giusto equilibrio è un’arte.
Tu che tipo di capelli digitali preferisci? Realismo da next-gen o caschi colorati alla cartoon? Parliamone su Instagram.
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