Mentre Xbox si sgretola e Sony apre le sue esclusive, Nintendo resta l’unico baluardo dell’era delle console. E sì, ha già vinto.
Hai ancora voglia di litigare su quale console sia la migliore? Allora devi farti qualche domanda. Perché se guardi al 2025, il verdetto è già scritto: la console war è finita, e Nintendo se l’è portata a casa.
No, non è solo una questione di vendite. Non è neppure una fanfaronata da fanboy. È il risultato di una serie di scelte aziendali che hanno stravolto lo scenario, lasciando solo una delle “big three” ancora fedele alla propria identità.
Xbox: da regina a comparsa
Un tempo Xbox era sinonimo di innovazione. Oggi è sinonimo di dismissione.
I numeri non mentono: chiusura di studi interni, cancellazione (o congelamento) di titoli attesi come Perfect Dark, ridimensionamento di Forza Motorsport, tagli a Turn 10, spinta all’intelligenza artificiale per sostituire il lavoro umano… È un disastro annunciato. Il pubblico non ha più fiducia e i piani alti investono in AI anziché in creatività.
E Game Pass? Ha allenato l’utenza a non comprare più nulla. E ora che i giochi non si comprano più, neanche si finanziano. E se non si finanziano, non esistono. Xbox è diventata vittima del suo stesso modello.
Sony? In cerca d’identità
Sony non è messa male, ma non è più quella di una volta. Ha iniziato a pubblicare titoli PlayStation Studios su altre piattaforme. Prima Horizon Lego, poi Helldivers 2 (prossimamente anche su Xbox, pare). Domani? Chi può dirlo.
È la logica del mercato. Gli investitori vogliono numeri, non bandiere. Più piattaforme uguale più vendite. Peccato che così facendo anche Sony stia annacquando il concetto di esclusiva, un tempo pilastro del suo successo.
Ah, e se pensi che Spider-Man possa restare per sempre un’esclusiva… ripensaci. I costi di sviluppo e le licenze Disney non scherzano. Anche lì, prima o poi, qualcuno potrebbe bussare alla porta con un assegno.
Nintendo: l’ultima console con un’anima
E poi c’è lei. Nintendo. Stessa formula da sempre, stessi valori. Giochi che trovi solo lì. Mario, Zelda, Donkey Kong, Pokémon, Splatoon, Metroid. Nessuna fuga verso il multipiattaforma. Nessuna IA a scrivere la lore. Nessuna ipocrisia Kumbaya.
Switch 2 è arrivata tra alti e bassi, ma le vendite parlano chiaro. La gente la compra per giocare Mario Kart World, Donkey Kong Bonanza, Zelda Echoes of Time. Non per Cyberpunk. Non per Call of Duty. Nintendo ha capito che l’identità conta più della potenza.
E alla fine ha vinto. Ha vinto perché ha resistito quando gli altri hanno ceduto.
La guerra è finita. Ma qualcuno non se n’è accorto
Se nel 2025 stai ancora difendendo una console come se fosse la tua squadra di calcio… forse ti serve una pausa. Le aziende fanno quello che conviene. Non quello che emoziona. E se oggi PlayStation e Xbox iniziano a condividere librerie, è perché vogliono allargare il pubblico, non coltivare una community.
Il risultato? Un’industria più fluida, meno identitaria, dove la parola “esclusiva” perde significato. Tranne su Switch. Tranne da Nintendo.
Basta schieramenti: gioca e basta
È il momento di cambiare mentalità. Di smettere di tifare. Di iniziare a parlare di giochi, non di brand. Non serve più difendere aziende che ti vendono sogni a rate. Gioca quello che ti piace. E se vuoi una console che ha ancora un’anima, sai dove trovarla.
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Perché giocare è più importante che tifare.