Capcom ha finalmente tolto il velo su Resident Evil 9 Requiem, e no, non è solo l’ennesimo capitolo numerato. È un titolo che fa tremare per davvero, e non solo per l’horror: si respira aria di cambiamento. O di chiusura.
Durante il Capcom Spotlight di giugno, il gioco si è mostrato per la prima volta in azione, e seppure i minuti siano stati pochi, il messaggio è arrivato forte e chiaro. RE9 — o come lo chiamano loro, semplicemente Requiem — vuole essere qualcosa di più di un seguito: è una dichiarazione d’intenti. Una lettera d’addio. O forse un rituale funebre per la vecchia anima di Resident Evil.
Grace, la nuova protagonista (che non è una supereroina)

Dimentica Leon e compagnia bella. Stavolta il volto della paura è quello di Grace, un’agente dell’FBI tosta, armata, ma lontana dai cliché dell’action. È una donna realistica, competente ma umana, che non ha mai vissuto orrori del genere. E proprio per questo funziona.
Capcom vuole creare un legame diverso: non sei un eroe, sei una persona normale dentro l’incubo. E da quello che si è visto nel trailer — scene forti, come Grace appesa a testa in giù, insanguinata e in stato confusionale — ci riusciranno eccome.
Un gameplay ibrido, tra immersione e adrenalina
La novità più chiacchierata? Visuale a scelta. Si potrà giocare in prima o terza persona, liberamente. Una mossa furba, che accontenta sia chi vuole tensione totale in soggettiva, sia chi cerca un’esperienza più action alla RE4.
Ma c’è un rovescio della medaglia. Alcuni fan e creator hanno già sollevato un dubbio: offrire la terza persona rischia di diluire l’impatto horror. Se tutto è pensato per farti tremare come Grace, vivere la scena con una comoda telecamera alle spalle potrebbe rovinare la magia. Sarà interessante vedere se Capcom riuscirà a bilanciare davvero entrambe le esperienze.
Un orrore psicologico ispirato a P.T. e mockumentary horror
L’influenza di P.T. si sente, eccome. I corridoi angusti, le luci strobo, i rumori fuori campo: tutto puzza di delirio claustrofobico. Ma non è solo suggestione visiva. Il team di sviluppo ha confermato che uno dei temi centrali è la paura del buio e la sensazione di dipendenza dall’ansia. In pratica, ti spaventa… ma vuoi ancora.
C’è anche un richiamo forte al mockumentary horror — quel sottogenere tra cinema e found footage che ti sbatte in faccia l’orrore come se fosse reale. Lo stile è più maturo, più psicologico, più moderno. E probabilmente anche più divisivo.
Ambientazione: tra ospedali, orfanotrofi e luoghi da incubo
Nel trailer si intravedono ambienti decadenti, con peluche sparsi, strumenti medici arrugginiti e luci fredde. Alcuni fan hanno ipotizzato che si tratti dello stesso orfanotrofio già visto in RE2 con Claire, ma potrebbe anche essere un ospedale per bambini abbandonato o una nuova location con forti richiami a quella mitologia.
E poi c’è il classico elemento che Capcom non sbaglia mai: l’atmosfera. Angoscia pura. E zero ironia.
“Requiem” non è solo un nome. È un segnale
Il titolo non è messo lì per caso. Requiem vuol dire messa funebre. E secondo molti, questo sarà il capitolo che chiuderà un ciclo lungo trent’anni. Il gioco uscirà il 27 febbraio 2026, esattamente per celebrare il 30° anniversario della saga.
Troppe coincidenze? Forse. Ma tutto lascia pensare che Capcom voglia mettere un punto. O almeno sospendere una certa visione di Resident Evil, per poi — magari — rilanciarla in una forma nuova, diversa. Più narrativa? Più action? Più multiplayer? Non si sa. Ma il rischio (o la promessa) è chiaro: Requiem è una soglia.
Resident Evil Requiem è davvero “il nuovo RE7”?
In molti lo stanno già chiamando così. Non perché sia identico, ma perché promette un nuovo scarto, come fu quello di RE7 nel 2017. Un cambio di tono. Di ritmo. Di ambizione.
E se Capcom riuscirà a dosare bene immersione, narrazione e gameplay, potremmo trovarci davanti a un piccolo miracolo horror. O al funerale perfetto per una saga che non vuole morire. Ma nemmeno restare uguale a sé stessa.
Il futuro? Ancora tutto da scrivere
Per ora, RE9 sembra avere tutto: un concept forte, una protagonista nuova, un’ambientazione disturbante e una promessa narrativa che pesa come una lapide. Ma tutto dipenderà da come Capcom saprà giocarsi la carta del bilanciamento tra horror, azione e storytelling. Se farà centro, Resident Evil 9: Requiem potrebbe diventare il nuovo punto di riferimento per il genere. Se sbaglierà… beh, sarà comunque un requiem memorabile.
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