Che la situazione non fosse brillante lo sapevamo. Ma stavolta Ubisoft ha proprio sbattuto la faccia contro il muro: giovedì 15 maggio il titolo è precipitato del 18%, scivolando a €9,55 per azione, dopo una call sugli utili che definire “gelida” è fargli un favore.
Un crollo che porta il totale delle perdite a quasi il 60% in un anno. Roba che, se hai anche solo un paio di azioni in portafoglio, ti viene voglia di cancellare Uplay per ripicca.
Conti in rosso, ombre sul futuro
Il dato che ha fatto tremare gli investitori è questo: €1,85 miliardi di net bookings per l’anno fiscale chiuso il 31 marzo 2025. Sembra tanto? È il –20,5% rispetto all’anno scorso, e con un’operating loss di €15,1 milioni nel mix, non c’è molto da festeggiare.
E no, nemmeno l’uscita di Assassin’s Creed: Shadows a marzo è bastata a evitare il disastro. Ubisoft ha parlato di “partnership sotto le aspettative”. Traduzione: meno accordi, meno soldi, meno pazienza da parte degli investitori.
E se pensi che il futuro porti buone notizie… Ubisoft prevede nessuna crescita per il 2025–26 e punta solo a “pareggiare i conti” (ma su base non-IFRS, eh, così non fa brutto in tabella Excel).
Il mega-deal con Tencent? Un boomerang
A complicare tutto c’è il colpaccio (o colpo basso?) annunciato a marzo: Ubisoft ha trasferito i suoi franchise più importanti—Assassin’s Creed, Far Cry, Rainbow Six—in una nuova sussidiaria finanziata da Tencent, con quest’ultima che si becca il 25% investendo €1,16 miliardi.
Sulla carta sembra un’alleanza strategica. Ma gli azionisti di minoranza sono esplosi.
Un gruppo guidato da AJ Investments ha richiesto un’assemblea straordinaria per bloccare l’operazione. Le accuse?
- L’accordo sarebbe stato strutturato per evitare un’offerta pubblica obbligatoria.
- La famiglia Guillemot (che controlla l’azienda con meno del 10% di quota economica) rimarrebbe saldamente al comando.
- E dulcis in fundo: vogliono un dividendo straordinario da €23 per azione, pari a 3 miliardi di euro. Boom.
La situazione è delicata, e la tensione sale
Mentre Ubisoft naviga in queste acque agitate, il mercato ha già dato il suo verdetto: vendite in massa, prezzo a picco, e la fiducia che si scioglie come neve in un forno.
Nel frattempo, c’è ancora una causa legale pendente su The Crew, una base giocatori spaccata tra entusiasmo per Shadows e indifferenza per tutto il resto, e un clima interno che—tra tagli, ristrutturazioni e silenzi strategici—non promette nulla di buono.
Ubisoft al bivio: sopravvivere o cedere il passo?
Con le IP storiche già spinte fuori dalla porta e la community che osserva con sempre meno pazienza, Ubisoft entra nel nuovo anno fiscale tra mille incognite. E no, nemmeno Yasuke può salvare da solo la baracca.
Le mosse dei prossimi mesi saranno decisive: trasparenza, visione e capacità di tenere testa agli azionisti (e ai fan) faranno la differenza. O forse è già troppo tardi?
Tu che ne pensi?
Questo crollo è l’inizio della fine o il classico scossone prima del rilancio? Scrivicelo nei commenti… oppure vai su Instagram e facci sapere da lì. Se hai ancora voglia di parlare di Ubisoft.