Scommetto che anche tu sei rimasto a bocca aperta. Clair Obscur: Expedition 33 è arrivato quasi dal nulla e ha fatto quello che sembrava impossibile: rilanciare i JRPG a turni, conquistare Metacritic, vendere un milione di copie in tre giorni… e zittire con eleganza l’industria dei “AAA da formula”.
E tutto questo da un team indie di appena 30 persone, guidato da un ex Ubisoft stufo marcio di riempire Excel.
Una noia chiamata Ubisoft

Guillaume Broche, il tizio che ha avuto l’idea, faceva il producer narrativo in Ubisoft. Ma a un certo punto ha detto basta: troppi progetti senz’anima, troppi piani alti che decidono in base ai trend e ai report di monetizzazione.
Così ha mollato tutto e si è messo a costruire Expedition 33 con un piccolo gruppo di ex colleghi (e un sacco di passione). L’obiettivo? Fare il JRPG che lui stesso avrebbe voluto giocare.
Spoiler: ce l’ha fatta.
Un gioco “indie”, ma che sembra uscito da uno studio con 300 persone
Il titolo ha una qualità visiva fuori scala, con uno stile dark-fantasy ispirato alla Belle Époque che sembra uscito da un artbook parigino impazzito. Le musiche, composte da Lorien Testard (scoperto su Soundcloud), sono una goduria.
Il gameplay? Un mix micidiale tra turni classici e schivate/parate in tempo reale, che riesce nel miracolo di rendere coinvolgenti anche i menu.
E poi il cast:
Charlie Cox (Daredevil),
Andy Serkis (Il Signore degli Anelli),
Ben Starr (Final Fantasy XVI),
Jennifer English (Baldur’s Gate 3).
Gente da tripla A, pagata con budget da doppia pizza probabilmente, ma convinta dalla visione chiara di un team che sapeva esattamente cosa voleva fare.
Numeri da paura (e uno schiaffo a Square Enix)
- 92/100 su Metacritic
- 9.8 dagli utenti
- Oltre 1 milione di copie vendute in 3 giorni
- Più giocatori attivi su Steam rispetto a Final Fantasy VII Rebirth
E no, non è solo hype: la community ci sta tornando, lo Steam Chart continua a salire e Expedition 33 si candida a essere uno dei titoli più giocati del 2025.
Il presidente Macron che applaude (sì, davvero)
Pensa che persino Emmanuel Macron si è congratulato con il team su X, definendo il gioco “un esempio di audacia e creatività francese”.
Ok, magari non lo sta platinando, ma quando uno Stato ti cita come orgoglio nazionale, direi che hai fatto centro.
Una lezione per i giganti del gaming
Ubisoft, EA, Square Enix: prendete nota. Expedition 33 dimostra che non servono 600 persone, sei anni e 400 milioni di dollari per fare un gioco da urlo. Serve una visione, libertà creativa e il coraggio di rischiare.
Il team di Sandfall Interactive non solo ha reinventato un genere che molti davano per morto, ma lo ha riportato nel mainstream, proprio come aveva fatto Baldur’s Gate 3 con i CRPG.
È la prova vivente che le passion project possono (e devono) esistere anche oggi, senza diventare schiave degli investitori.
Quindi, tu cosa aspetti?
Se ami i JRPG, Expedition 33 non è solo “un bel gioco”. È una dichiarazione d’amore al genere, fatta da chi lo conosce a memoria e lo vuole vedere rinascere. E ce l’ha fatta.
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